Meditazione sui Vangeli feriali della IV Settimana di Quaresima
Giovanni e i suoi segni, Giovanni e i suoi livelli di profondità, Giovanni e le sue cose “non scritte” ma dette, Giovanni e i volti di uomini in ricerca, come quello di Nicodemo.
Nicodemo…
Così questa quarta settimana del tempo benedetto di Quaresima si conclude con un uomo di nome Nicodemo. Uno di loro – a dire il vero – uno della cricca di coloro che poi lo condanneranno, uno del Sinedrio, uno di quei giudei che stavano lì per porgli lacci sul cammino.
Uno di loro ma non come loro…
Uno che non si fida della propria di vista, della propria di testa, della propria di intelligenza: un cercatore itinerante di verità. Un uomo che sa – per studio e per esperienza – che, quando si parla di Dio, si entra nella notte del Mistero dove i nostri sensi possono aiutarci, come no. Nicodemo non è uno che lascia a casa il suo bagaglio esperenziale ed intellettuale ma che comprende, volendo viaggiare, che esso può essere di intralcio.
In una notte…
Viene a Gesù, non si dice di quale notte si tratti – se sia solo un’indicazione temporale o rappresenti per lui qualcosa d’altro: dolore, dubbio, ricerca.
Un Maestro che sa – come solo i veri maestri sanno fare – mettersi dietro e di fronte per ascoltare e lasciarsi aprire il cuore e la mente, in una settimana in cui, nei vari passi evangelici, persone di ogni tipo vagavano con la foto segnaletica del Messia senza riconoscerlo, ecco un uomo – che pur partendo dai suoi preconcetti e pregiudizi – si apre al Mistero.
Un cercatore cercato…
Anche noi, figli di un mondo di segni, abbiamo lo stesso punto di partenza: abbiamo le Scritture, abbiamo le liturgie, abbiamo le omelie, nulla ci manca per trovare Dio, ma se tutto questo è necessario, non per forza vuole dire che sia sufficiente, anzi se questo ci fa sentire a posto, sazi nella ricerca del volto di Dio, forse è il caso di fermarsi o di ripartire, in base a come e dove ci stiamo muovendo.
Ed io, in questo viaggio, voglio avere l’audacia, l’intelligenza e l’umiltà del maestro che non sa, di Nicodemo ed aprirmi, mettermi in ascolto in una relazione in cui il cercatore, è già da sempre cercato.