Ho incontrato Marianna Boccolini un po’ per caso, anche se, ormai, al caso non credo più.
No, non l’ho mai incontrata di persona, ma la sua storia è entrata nella mia vita con la dolcezza di una brezza leggera, come quando, in estate, il vento ti accarezza mentre passeggi in riva al mare e, al tempo stesso, mi ha travolto, con la forza di un uragano che viene a scomodarti.

Era luglio, dei miei amici stavano facendo ritorno da Assisi: lì avevano visto e comprato dei libri su Marianna. In particolare, li aveva colpiti la testimonianza di fede della mamma.
Marianna era morta nel 2010, a seguito di un incidente stradale, a soli diciotto anni. Maria Letizia, sua madre, raccontava il dolore della perdita, ma anche la forza della fede che non solo l’aveva sorretta e consolata, ma anche rinnovata, donandole la consapevolezza di una nuova dignità: quella di essere “figlia di Dio”.
Mi regalarono questi libri dicendomi: “Devi assolutamente leggerli!”.


Scoprii che per Maria Letizia, quel lutto, quella ferita abissale, era diventata una feritoia, in cui la grazia ha iniziato ad agire. Fu un’iniezione di speranza, per me.
Da tempo pregavo il Signore di leggere una storia di resurrezione, in cui un genitore che aveva dovuto salutare suo figlio o sua figlia non avesse perso la fede e avesse affrontato quella perdita atroce con Dio. Avevo bisogno di vedere che davvero il Signore si prende cura degli afflitti.
L’amore è più forte della morte. Memorie di una madre sotto la Croce” mi trasmise tutto questo e molto di più. Dopo la testimonianza di Maria Letizia lessi anche “Un mondo a colori”, scritto da Padre Massimo Reschiglian, biografo ufficiale di Marianna.

Rimasi colpita anche dalla vicenda della giovane, che prima di morire aveva vissuto davvero intensamente, facendo fruttare i tanti doni ricevuti. Decisi di inserire questa storia di santità giovane in “Diario della Felicità 3”. Successivamente, scrissi un libriccino interamente dedicato a lei: “Il Sorriso della compassione”.


Vicina ai compagni più emarginati, Marianna ha saputo mostrare come la vita abbia senso solo se amiamo. Teneva particolarmente all’unità nella sua classe, non riusciva a sopportare divisioni, invidie, maldicenze. La sua storia viene oggi raccontata, spesso, nelle scuole, per aiutare i giovani, attraverso gli aneddoti della sua vita, ad accogliersi, perdonarsi, volersi bene. Per lei era importante che i ragazzi a scuola sapessero mettere l’amicizia e non la competizione al primo posto.


Marianna voleva diventare medico. E, seppur in modo diverso da come aveva pensato, il suo sogno è diventato realtà, perché sta curando tantissime anime ferite.
Sarebbero tantissimi gli episodi da conoscere della sua vita. Io vi racconto, ora, quello che più ha toccato me. Spesso si pensa che la fede vada trasmessa a forza di parole e discorsi. Marianna, invece, l’ha vissuta concretamente in prima persona: era la sua vita a parlare.


Il film preferito di Marianna era Il Grinch di Ron Howard, il cui protagonista è un mostro peloso e misantropo, che dopo aver ricevuto delle pesanti umiliazioni, si rifugia in un mondo tutto suo e odia tutti. È incattivito, però, non cattivo: l’amore di una bambina, Cindy Chi Lou, che sa guardare oltre le apparenze, restituisce anche a lui la sua capacità di amare.


Sin dalle elementari Marianna sa fare proprio questo: avvicinarsi con particolare cura a quei compagni considerati dagli altri come fragili o poco interessanti, per caratteristiche caratteriali o per le loro origini straniere. Marianna, in particolare, fa amicizia con Elton, un ragazzino noto a tutti per il suo comportamento poco rispettoso. Lei, però, non si ferma all’apparenza. Crede che sia un ragazzo sensibile, che si comporta male perché non si sente amato. Lo invita al suo compleanno. Un’altra volta, la mamma di Marianna le propone di andare a teatro insieme e lei risponde: “Mamma, mi è venuta un’idea: io
e te portiamo Elton a teatro con noi
”. Era uno spettacolo natalizio, “Il canto di Natale” di Dickens.
Maria Letizia provava imbarazzo: non conosceva questo amico della figlia, sapeva però che era straniero, musulmano (avrebbe gradito la sua famiglia che vedesse uno spettacolo legato alla tradizione cristiana?). Sapeva del suo carattere irrequieto e non era molto convinta. Però, poteva dissuadere la figlia, che aveva avuto un pensiero così altruistico?
Superati i dubbi, la mamma accetta la proposta. Il risultato è che Elton, a teatro, si è rivelato impeccabile: rispettoso, composto, contento di assistere all’opera insieme alla sua amica e la madre di Marianna ha ricevuto un insegnamento prezioso: è l’amore che ci rende amabili.


Anni dopo, quando Marianna era già morta, Elton perde il fratello in un incidente: leggere gli scritti di Mary e ascoltare Maria Letizia gli dona allora la forza per superare quel tragico momento.
Grazie alla testimonianza di Marianna e di Maria Letizia il giovane, nel 2017, nonostante le forti resistenze della famiglia di origine, decide di diventare cristiano e si fa battezzare.
Di lei, oggi, dice: “Non basterebbe un libro per raccontare quello che Marianna era per me”.
Credo che sia così anche per me: non basterebbe un libro per raccontarvi tutto ciò che Marianna mi ha insegnato e trasmesso, o per dirvi tutti gli episodi in cui me la sono ritrovata “in mezzo”, in qualche situazione. So solo che una volta creata l’amicizia in cielo con questa anima bella, lei non ti molla più.

Cecilia Galatolo

Chi volesse avere qualche informazione più strettamente biografica vi rimandiamo ad un nostro articolo su Marianna.

Qui alcuni link per chi volesse approfondire con la lettura di: Diario della felicità 3 e Marianna Boccolini, il sorriso della compassione.

Qui, invece, il link al sito dedicato a Marianna e alla Fondazione nata sulle radici del suo ricordo.

Condividi questa pagina!