6° giorno, 21 Dicembre: Benedizione
La dimensione orizzontale della fede è importante quanto quella verticale.
Maria è illuminata sul mistero a cui ha detto di sì dalle parole di Elisabetta.
“Amor mi mosse”…
Ed eccola saltellare sulle montagne di Giuda,
ai piedi il verbo greco dei risorti
e nel cuore il saluto angelico
della gioia.
Gioia moltiplicata,
gioia dilagata e dilagante.
Movimento
danza
benedizione:
il flusso
del riconoscimento.
Ha le movenze della danza uterina
e sgambettante di Giovanni,
sussultante di gioia più e prima di Zaccaria.
Ha le parole benedicenti di Elisabetta,
che non si nasconde più nella vergogna della sua sterilità.
Avrà i toni condivisi e incontenibili
del Magnificat di Maria.
Canto, parole e danza di sussulto
perché Adonai si è mosso,
Adonai è qui!
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Dal Vangelo secondo Luca Lc 1, 39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Francesco Pacia
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