“Dopo ogni croce c’è la Risurrezione, poiché dopo la croce di Gesù c’è stata la Risurrezione! Vivere da risorti, anche quando si ha la croce nel cuore!”
Queste sono parole di Mariachiara Messina, nata a Patti, in Sicilia, il 4 agosto 1986. La sua vita è stata segnata dalla malattia, ma, ancora di più, dall’impegno a testimoniare Gesù.
Un nome, una missione
La madre, Pina, insegnante di lettere, molto devota alla Madonna, aveva deciso di chiamare la sua bambina Maria. Era stato il padre, invece, dopo una visita a Santa Chiara di Assisi, a volere che Chiara fosse il secondo nome.
Come Maria, anche lei riuscirà a dire il suo “eccomi” al disegno di Dio. Come Chiara d’Assisi, sarà capace di spogliarsi del superfluo, per mettere Gesù al centro di tutto.
Mariachiara respira il Vangelo in casa: la madre è, inoltre, vicina al Rinnovamento nello Spirito. Tuttavia, la fede di Mariachiara è vissuta in modo personale e autentico. Si impegna personalmente in parrocchia e cerca di trasmettere il Vangelo soprattutto ai coetanei.
Ben presto arriva ad affermare che in Cristo è la vera felicità. “Mi sono accorta di una cosa – dice in uno dei suoi profondi scritti – cioè, che, come dice Chiara Amirante, Dio è la gioia. Quando ero senza Dio provavo il vuoto, con Dio, la gioia la pienezza!”
Dirà anche: “Senza Dio nulla ha senso, io voglio spendere la mia vita per qualcosa che abbia valore, non la voglio sprecare, perché la mia vita ha valore, ogni vita ha valore; quindi, io voglio spendere la mia vita per Gesù”.
Mariachiara ha una particolare propensione verso gli ultimi. Il papà racconta, ad esempio, che, se incontrando qualcuno che chiedeva l’elemosina i genitori non davano nulla, lei metteva il broncio, anche per ore. Diceva anche che da grande avrebbe diretto un orfanotrofio, per aiutare i bambini rimasti senza genitori.
La scoperta della malattia
A sedici anni riceve una diagnosi terribile: è affetta da Miastenia Gravis, malattia rara autoimmune associata a un tumore localizzato al Timo. Mariachiara inizia le cure, ma non smette di vivere intensamente.
Dopo il diploma, nonostante le difficoltà legate alla salute, decide di iscriversi all’università, frequentando “Scienze e Tecniche di Psicologia delle Relazioni Educative”, che concluderà a pieni voti.
Dovrà affrontare numerosi cicli di chemio ed operazioni, ma non abbandonerà mai i suoi impegni e non rinuncerà al suo sorriso, sebbene non abbia paura nemmeno delle lacrime.
Il suo desiderio più grande è avvicinare i giovani a Cristo. Sa bene che ogni anima Lo attende, anche se non tutti lo sanno. Per lei, Gesù è la vera sicurezza di ogni cuore.
Nel 2010 resta profondamente colpita dall’esperienza di Chiara Amirante, ascoltata in un’intervista televisiva. Decide di partecipare alla Missione di strada e di spiaggia nell’isola d’Ischia, organizzata proprio dalla Comunità Nuovi Orizzonti.
Da quel momento, l’evangelizzazione di strada diventa uno stile di vita, tanto che decide di fare un discernimento a Firenze e per nove mesi frequenta la Scuola di Evangelizzazione Sentinelle del Mattino di Pasqua.
Il padre racconta che, dopo una visita effettuata a Torino a settembre 2010, vorrebbe che la figlia tornasse a casa per rimettersi in forze, ma lei insiste per recarsi subito a Firenze.
Mariachiara sviluppa una predilezione unica per l’eucaristia e l’adorazione eucaristica: facendo la Comunione si sente amata, sostenuta, rafforzata, consolata. È l’amore di Dio che sperimenta a spingerla, poi, verso tanti fratelli e sorelle…
Mariachiara non prega mai solo per sé, anzi, prega moltissimo per gli altri, certa di essere ascoltata.
Il saluto alla famiglia
Quando le condizioni di Mariachiara iniziano a peggiorare al punto che non vi è più alcuna speranza né di guarigione, né di una lunga sopravvivenza, il suo cuore si rattrista principalmente pensando alla famiglia.
Non vuole che i suoi cari perdano la fede a causa della sua malattia e nemmeno per la sua morte. Al padre dice: “Papà, devi essere sereno quando io sarò lassù, lassù in cielo, mi raccomando dillo a mamma e a Marco (il fratello, a cui è legatissima ndr) di essere sereni, perché ora io sono serena e vi aspetto, e poi saremo felici tutti insieme”.
Muore, con questo cuore pacificato, l’8 agosto. Qualche giorno prima aveva detto: “Mamma abbracciami forte, forte, quanto mi sento bene quando mi abbracci” e vedendo che il livello di ossigenazione indicato dalla strumentazione saliva, le aveva confidato: “mamma è il tuo amore che lo fa salire”.
A quel punto, sapendo che era arrivato il momento di salutare anche la mamma, le ha detto con la sua rara dolcezza: “è stato bello conoscervi, siete stati una mamma meravigliosa, un papà meraviglioso, un fratello meraviglioso”.
La storia di Mariachiara Messina è raccontata in “Diario della felicità 4”, insieme a quella di Sr. Clare Crockett, Nicola Perin, Gianluca Firetti.
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Cecilia