“Maestro e se…?” è una meditazione del Vangelo secondo Marco 6,7-13

“In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano”.

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Piccola riflessione:

– Non ti sembrano un po’ troppo poco, Maestro, un bastone e un paio di sandali? E se nel cammino avessimo fame e non ci fosse nessuno a darcelo, mica possiamo morire di fame? Non è forse meglio prendere due pani ed una sacca? Due pani ed una sacca, non di più, il minimo indispensabile.

– Ha ragione, Maestro, due pani ed una sacca non di più, giusto per non andare allo sbaraglio. Anche per i poveri, no? Metti che incontriamo un povero e non abbiamo niente, sta brutto no, Maestro? 

Oppure, Maestro, stavo pensando, per evitare pesi inutili potrebbe essere un’idea portarci dietro due spicci, sempre il minimo necessario eh, però due monetine. Metti caso che ci troviamo in una città dove nessuno ci accoglie, nessuno ci da da mangiare, ci rifiuta un alloggio, certo per una notte andrebbe bene, ma immagina che questo accada per una settimana o per sempre, insomma crediamo nella gente ma è meglio essere prudenti: due monetine, non di più, giusto per emergenza. 

Ah poi, scusaci Maestro, un’ultima cosa e poi partiamo davvero senza altre obiezioni, cioè tu ci mandi davanti a te come testimoni e messaggeri, sarebbe opportuno, secondo me, evitare di presentarci come straccioni: sudati, impolverati, sporchi. Non tanto per noi, a noi non importa nulla però sai potrebbe penalizzare il messaggio, le persone forse farebbero più difficoltà ad accoglierci ed ad ascoltarci. Una tunica in più, cioè una per viaggiare e una per rappresentanza, non sarebbe meglio?

Il mio cuore da sempre arde di essere protagonista di questa scena evangelica, per me tra le più belle: partire senza quasi nulla, solo con l’essenziale, partire senza fare troppe domande, senza troppe obiezioni, con estrema fiducia, radicale povertà, dolce essenzialità. Allo stesso tempo questo desiderio è potentemente contrastato da un altra forza: l’insicurezza, letteralmente la mancanza di sicurezze.

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Sarei mai partito così?

Così è nato questo dialogo immaginario tra un paio di apostoli, che come me sono pieni di paure, e il Maestro, Gesù che li invia.

Un dialogo che diventa preghiera rivolta a Lui affinché sciolga le mie resistenze e liberando le vele, strette dalle corde della paura, possa liberamente librarsi al vento dello Spirito.

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