A lei gli Atti degli Apostoli dedicano pochissime parole, eppure lasciano intendere che questa donna ricopre un ruolo importante e non manca di carattere. A Filippi, città della Macedonia che godeva dello jus italicum (quindi esenzione di alcune tasse, autogoverno, etc.), era nota come Lidia, forse anche a causa della sua provenienza da Tiatira, città della Lidia (attuale Turchia). San Paolo la incontra durante il suo secondo viaggio missionario.

Questi pochi versetti forniscono preziose informazioni. Lidia era una donna benestante, probabilmente un’imprenditrice. La porpora, infatti, era un tessuto pregiato, simbolo di ricchezza e status sociale e Tiatira era una città famosa proprio per la produzione di porpora. Di lei si dice che fosse una “credente in Dio” vale a dire una pagana simpatizzante del giudaismo e quindi aperta all’annuncio del Vangelo. Il racconto della sua conversione è un condensato di teologia. L’iniziativa non è di Paolo ma di Dio: «Il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo».

L’azione catechistica e pastorale è possibile solo in forza di questa azione divina che Paolo aveva sperimentato sulla sua pelle sulla strada verso Damasco. All’accoglienza del Vangelo segue il battesimo che coinvolge la sua famiglia. Non sappiamo se avesse un marito, che non viene comunque nominato, e quindi l’indicazione “sua famiglia” si presta a una duplice lettura: potrebbe essere la famiglia che si è creata col marito, e che comprende anche i figli, oppure la sua famiglia di origine (genitori, fratelli sorelle…).

Al battesimo segue (gli Atti tendono sempre a comprimere molto i tempi) l’azione della stessa Lidia che si mostra intraprendente e carismatica. Apre le porte della sua casa facendone una chiesa domestica, un punto di riferimento per gli evangelizzatori e per la piccola comunità nascente di Filippi. Ne abbiamo conferma al versetto 40 che conclude il capitolo 16: Paolo e i suoi compagni di missione vengono arrestati e poi rilasciati, quindi «Usciti dal carcere, si recarono a casa di Lidia, dove incontrarono i fratelli, li esortarono e partirono».

Questo episodio è emblematico del ruolo delle donne nel cristianesimo del I secolo: non sono solo figure passive, “mogli di”, personaggi da sfondo, ma protagoniste attive e spesso leader. Curiosamente l’autore degli Atti, che racconta questi avvenimenti in prima persona, annota circa l’ospitalità a casa di Lidia: «ci costrinse ad accettare».

Si può supporre quindi un’iniziale resistenza. Ma Lidia non cede, sa che Paolo e i suoi compagni hanno bisogno di un campo base a Filippi. E ha ragione.

È incoraggiante notare come l’espansione del Vangelo proceda proprio in questo modo: da una parte la resistenza e il timore degli uomini di allontanarsi dalle tradizioni giudaiche, e dall’altra l’iniziativa dello Spirito Santo che illumina, sospinge, insiste e apre nuove vie, affinché l’annuncio arrivi a tutti e si diffonda per mezzo di tutti.

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Patrizio Righero

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