Ricerca di amore e sapienza in Sir 6 e Pedro Salinas
Riprendiamo con questo articolo, per la rubrica Scribi del Mistero, il viaggio nella poesia di Salinas. Dalle armoniose combinazioni di Tu vivi sempre nei tuoi atti (per rileggere articolo e poesia, clicca qui) calchiamo i sentieri della ricerca e seguiamo la fatica e la gioia di un cuore che vuole gustare il suo contenuto profondo di amore e di vita. Per farlo, porremo a confronto le parole di Salinas con un testo biblico (Sir 6).
In entrambi, la paziente e laboriosa ricerca della sapienza è qualcosa di profondo, un cammino che parte ai margini del cuore per penetrare la sua essenza. È una ricerca dovuta, uno squarcio brutale/ di tenebra e luce/ dove si rivela il fondo/ che sfugge al giorno e alla notte. È una ricerca che ti fa portare sulle spalle tutto il peso, dolce-amaro della libertà. Leggiamo, allora, insieme, questi due testi.
Non ho bisogno di tempo
per sapere come sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere
là dove taci, o nelle
parole con cui taci?
Chi ti cerca nella vita
che stai vivendo, non sa
di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi.
E seguirti all'indietro
in ciò che hai fatto, prima,
sommare azione a sorriso,
anni a nomi, sarà
come perderti. Io no.
Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale
di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
nuda ormai dell'equivoco,
della storia, del passato,
tu, amazzone sulla folgore,
palpitante di recente
ed inatteso arrivo,
sei cosí anticamente mia.
Da tanto tempo ti conosco,
che nel tuo amore chiudo gli occhi,
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura
con cui si riconoscono lettere
e forme e si fanno conti
e si crede di vedere
chi tu sia, o mia invisibile.
P. Salinas, La voce a te dovuta (traduzione di E. Scoles)
La sapienza infatti è come dice il suo nome,
ma non a molti essa è chiara.
Ascolta, figlio, e accetta il mio parere;
non rigettare il mio consiglio.
Introduci i tuoi piedi nei suoi ceppi,
il collo nella sua catena.
Piega la tua spalla e portala,
non disdegnare i suoi legami.
Avvicìnati ad essa con tutta l'anima
e con tutta la tua forza resta nelle sue vie.
Seguine le orme e cercala, ti si manifesterà;
e una volta raggiunta, non lasciarla.
Alla fine troverai in lei il riposo,
ed essa ti si cambierà in gioia.
I suoi ceppi saranno per te una protezione potente,
le sue catene una veste di gloria.
Un ornamento d'oro ha su di sé,
i suoi legami sono fili di porpora violetta.
Te ne rivestirai come di una veste di gloria,
te ne cingerai come di una corona magnifica.
Sir 6,22-31
Elisabetta Corsi