Proseguiamo con la seconda parte sulla figura di San Giuseppe, in particolare da dove ha origine la sua potente intercessione, per chi si fosse perso la prima parte può cliccare qui!
II avvenimento: Gesù smarrito a Gerusalemme.
San Giuseppe che ha ricevuto la custodia da Dio del figlio Gesù, lo smarrisce nel viaggio di ritorno da Gerusalemme. Anche questa volta quale sofferenza avrà straziato il cuore di Giuseppe! Già smarrire un figlio crea un turbamento devastante, figuriamoci smarrire Gesù! Che angoscia mortale avrà avuto San Giuseppe! E non a caso, dopo averlo ritrovato, Maria chiede: “Figlio perché ci hai fatto questo? Tuo padre e io angosciati ti cercavamo“ (Lc 2,48). Gesù dà una risposta giusta ai genitori, che tuttavia non giustifica quel comportamento: “Perché mi cercavate?” Sarebbe bastato che Gesù, prima di allontanarsi dai genitori, li avesse avvertiti. “Sì lo sappiamo che devi occuparti delle cose del Padre Tuo, ma bastava avvertire!” – verrebbe da commentare. Anche in questo caso possiamo pensare che Gesù lo faccia apposta: scompare agli occhi dei genitori per tre giorni e non li avverte di proposito! Ha voluto che Giuseppe e Maria provassero l’angoscia di perderlo.
Riflettiamo insieme a Giuseppe
Anche per la morte di Lazzaro Gesù ha lo stesso comportamento. Lo avvertono che il suo caro amico sta per morire, e lui, per tutta risposta, se ne resta altri due giorni nel luogo in cui si trovava. Nel frattempo Lazzaro, per cui Gesù piangerà molte lacrime, muore. Sia Marta che Maria rimproverano Gesù al suo arrivo: “Ma non potevi muoverti prima? Non ti importava che il tuo amico stesse morendo, nonostante noi due ti avessimo mandato a chiamare? Che modo di agire è questo?”.
Ma perché proprio con le persone che ama di più Gesù si comporta così? Addirittura con la sua famiglia e con i suoi amici più stretti! Perché proprio ai suoi cari Gesù fa provare un respingimento simile? L’amore respinto causa delle ferite molto profonde, ma ciò avviene perché la fede sia provata, purificata e contemporaneamente cresca. Sì, Dio si comporta così proprio con le persone che più ama! Desidera che la tua fede diventi perfetta! Per fare questo, occorre che tu crolli con quello che hai o sai.
Solo quando sarai crollato, se continuerai a dire “non capisco, ma credo”, allora la tua fede si innalzerà enormemente e verrà maggiormente purificata e rafforzata. Ricordiamoci allora che quando il Signore ci tratta così e noi ci sentiamo completamente smarriti e lo cerchiamo ancora di più, egli ci sta santificando e ci sta trattando da amici prediletti. Pensiamo alla vita dei santi: che genere di prove a volte si sono trovati ad affrontare!