Raccontaci di quella volta che hai incontrato Gesù!
Concorso di scrittura “Penne nascoste”
Mio padre Franco
«Aurora, la mia secondogenita non aveva ancora un anno ed io dovevo trovare qualcuno che potesse badare a lei quel pomeriggio. Mia madre non mi aveva richiamato ma qualcosa mi diceva che avrei dovuto andare in ospedale da mio padre il prima possibile.
Venivo da sei mesi di tormento, sofferenza e andirivieni da un medico all’altro…da una terapia all’altra, e mio padre peggiorava…peggiorava sempre!
Non ci avevano dato speranza ma quando ti trovi in certe situazioni tendi a credere che ce la farai fino all’ultimo, come se fosse una sorta di autodifesa.
Premetto che mio padre era tutto tranne che un credente. L’ho visto entrare in Chiesa soltanto per i miei sacramenti.
Comunque, lasciai la bambina con mia suocera e mi precipitai in ospedale. All’arrivo vidi mia madre disperata che tentava di spiegarmi come mio padre avesse rifiutato categoricamente di sottoporsi alle terapie indicate dai medici. Tentai di convincerlo ma mi resi conto che era una battaglia persa. Diceva: “Se fossi andato giù a farle non sarei tornato più su in camera”. Io continuai dicendo che quelle potevano guarirlo, ma lui mi fermò ed iniziò un monologo che rimarrà impresso nel mio cuore e nella mia anima fino il mio ultimo respiro.
Disse questo: “Stanotte vi ho visti, ho visto tutti piangere…tu, tuo fratello…vi ho visti tutti piangere.”
Io lo interruppi affermando che ciò non poteva essere possibile poiché noi eravamo a casa nostra e lui in ospedale ma lui controbatté con un fil di voce: “Io vi ho visti, vi ho visti tutti”. Insistette: “Fino stasera e poi non vi faccio soffrire più.”
E continuava ripetutamente e con una forza inaspettata visto il suo stato di salute: “Fino stasera e poi non vi faccio soffrire più…fino stasera! Saluto tutti, saluto il mio paese, non ci rivedremo più. Non piangete vicino a me, non piangetemi vicino, lontano, piangete lontano domani.”
Credevo delirasse, soltanto il giorno seguente avrei capito che tutto quello che stava uscendo dalla sua bocca non poteva che essere la sacrosanta verità.
Aggiunse: “Mi sono svegliato a mezzanotte ed ero convinto che fossero le 5 del mattino”. Rimasi stupita per un secondo, dato che la stessa cosa era capitata anche a me. “Forse una coincidenza” – pensai.
Tentai di calmarlo dicendo: “Babbo, tranquillo, ci sono io qui con te”, ma lui affermò: “Ci sei per un’ora e poi non ci sarai più!”
Non vorrei dilungarmi troppo, così chiuderò questa mia riflessione testimoniandovi quanto segue:
1) Dopo la morte di mio padre i medici ci spiegarono che probabilmente se avesse fatto la radioterapia quel pomeriggio non l’avrebbe sopportata viste le sue condizioni. Quindi anziché riportarlo in camera l’avrebbero portato altrove, forse in camera mortuaria. LUI ME LO AVEVA DETTO
2) Fu cosciente fino alla sera di quel giorno, verso le 18 andò praticamente in coma e la mattina seguente morì. LUI ME LO AVEVA DETTO
3) Avevo pianto quella notte, lo chiesi anche a mio fratello e a mia madre…avevano pianto entrambi quella notte. LUI ME LO AVEVA DETTO
4) Dopo un’ora da quando ero arrivata in ospedale mi chiamò mia suocera che la bambina piangeva e lei non riusciva a scaldarle il biberon…dovevo tornare a casa…era passata un’ora. LUI ME LO AVEVA DETTO
Non era un gran cristiano il mio papà, ma in reparto i sacerdoti che portano la comunione ai malati gli avevano consegnato più volte l’Eucarestia e mia madre lo aiutava a farsi il segno della croce dato che le metastasi alla quinta vertebra lo avevano paralizzato dal collo in giù durante gli ultimi 4 giorni. Lei gli alzava il braccio e accompagnava delicatamente la mano dapprima sul capo poi sul petto ed infine verso ognuna delle due spalle.
Non era un gran cristiano il mio papà, ma Cristo lo ha ritenuto degno di quelle premonizioni. Queste ultime hanno segnato il punto di svolta anche della mia vita. Ora sapevo con certezza che Dio c’era e ci amava immensamente.
E mio papà lo aveva visto.
Lo sguardo di mio padre, durante quelle ultime frasi che poté pronunciare – ripensandoci 10 anni dopo – ancora mi mettono i brividi e mi danno una forza incredibile che mi permette di affermare oggi ancor più che allora che quel giorno, il 5 marzo 2012, io e mio papà abbiamo incontrato Gesù❤️.
Franco, il mio papà di chiamava Franco…e poco prima di morire ha capito che in quel momento non sarebbe stato solo!»
A Marcella va il Premio San Giuseppe, per la sua testimonianza di vita familiare, in cui ci sprona a pregare sempre per la conversione dei nostri cari, con la certezza che Dio ci aspetterà fino alla fine dei nostri giorni, fino al nostro ultimo respiro, per condurci alle gioie del Paradiso.
Grazie Marcella! Dio ti benedica!
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