Losche trame e contraddizioni nel cuore
Il vangelo di oggi, XXIX Domenica del Tempo ordinario, si apre con degli uomini che adottano losche trame ai danni di Gesù, una captatio benevolentiae e una provocazione. In modo particolare, oltre a questo brano, alla fine del Vangelo di Matteo vi è un susseguirsi di contenziosi tra Gesù e i suoi avversari, con il tentativo da parte di questi ultimi di coglierlo in fallo, di trovare un pretesto adatto per metterlo a tacere e far sì che le varie fazioni religiose potessero continuare a mantenere le loro strutture senza esserne troppo scosse.
Non c’è forse anche nel nostro cuore una parte di questi sentimenti? Quando penso al Vangelo, alla buona notizia, ne sono lieto e l’accolgo di buon grado, oppure, se è davvero buona-notizia, non è anche “segno di contraddizione” per la mia vita? È vero, come dicono i farisei, che Gesù non guarda in faccia a nessuno e insegna la via della verità: “la verità ti fa male lo sai”… Un primo atto di conversione nostro potrebbe essere proprio questo: non giocare a “provocare” la verità, ma cercarla insieme con sincerità.
I farisei infatti, dopo questo meraviglioso preambolo, continuano con una provocazione sul denaro: dobbiamo pagare le tasse a coloro che ci occupano, sì o no? In questo modo rivelano che l’elogio rivolto a Gesù non era stato sincero, ma una vana adulazione seguita da una domanda spinosissima, che tocca in modo pericoloso l’argomento del portafoglio, al quale spesso abbiamo attaccato il nostro cuore.
Un’immagine del suo creatore
Ogni opera d’arte rivela il sentimento e il pensiero del suo artista; così anche ogni cosa esistente su questo mondo parla e racconta una storia: il mondo parla, la natura parla, la luce parla, il fiume parla… ogni cosa creata rivela qualcosa del suo creatore, e questo Gesù lo sa, in quanto è lui stesso la Parola attraverso la quale ogni atomo dell’universo è stato creato con amore. Ogni cosa rivela l’amore generoso di Dio: forte, paziente, sensibile, tenero, discreto, potente, gustoso, succoso, deciso, veloce, contemplativo, attivo… ogni cosa che esiste porta l’immagine del suo creatore.
Gesù pertanto rimprovera i farisei, denunciandone la loro ipocrisia e chiede che venga mostrata una moneta. Anche su questa moneta vi è un’immagine, che è quella dell’imperatore: “date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio”. A Cesare do ciò che Cesare mi dà e ciò che porta la sua immagine: un mezzo per effettuare transazioni economiche, un mezzo per acquistare cose e scambiare merci. A Dio do quello che è di Dio: perché sono io stessa ad essere immagine di Dio. La mia presenza, la mia persona, il nucleo più sacro del mio cuore e delle mie decisioni appartengono a colui che mi ha dato l’amore, la libertà e la possibilità di esistere.
La gratitudine del donarsi
È un invito alla gratitudine: restituire a Dio tutto quello che da Dio ci è stato donato, cioè tutto ciò che di buono possiamo essere e fare nella nostra vita. “Noi ti offriamo le cose che tu stesso ci hai dato”, diciamo in una preghiera dell’offertorio; e prosegue: “e Tu, in cambio, donaci Te stesso”. Una frase che per me è sempre sconvolgente: noi ti regaliamo un regalo che già ci hai fatto tu (ma a chi mai piacciono i regali riciclati? Solo a Te poteva piacere, accontentarti di qualcosa che Tu stesso hai fatto per noi!). E, continua, Tu in cambio donaci… non una cosa, non una casa, non degli altri beni, ma la tua stessa persona nell’Eucaristia! “E tu in cambio donaci Te stesso”.
Dio non smette mai di donarsi. Lo troviamo nel bacio di un raggio di sole del mattino, nella carezza delle goccia di pioggia sul nostro viso, in ogni Eucaristia quotidiana che, come un cortocircuito spaziotemporale, rende di nuovo presente lo spezzare del pane e del suo corpo di duemila anni fa. Dio non smette mai di donarsi gratuitamente, senza misura, senza limite se non quello della nostra libertà. Qual è la nostra immagine di Dio in noi? a volte offuscata, arrugginita, polverosa? Siamo disposti a lasciarci amare e a diventare lo specchio della sua trasparenza e della sua pace?
Buon cammino
Emanuela – Si naturale
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