Dopo aver accennato alla cruenta minaccia che incombe sul popolo di Israele, siamo pronti per fare un altro passo avanti nella storia di Ester, prendendo in esame il tema della scelta.
La scelta di Mardocheo
Mardocheo riceve la notizia dell’imminente sterminio del suo popolo e in fondo al cuore si sente in colpa perché sa di aver provocato lui l’ira e il desiderio di vendetta in Aman. Si veste di sacco e si cosparge di cenere in segno di lutto e penitenza; in queste parole gridate è racchiusa tutta la sua angoscia: «Viene distrutto un popolo che non ha fatto nulla di male».
Poi la sua disperazione si tramuta in azione: si reca fino alla porta del palazzo reale e tramite le ancelle e gli eunuchi riesce a comunicare con Ester. La regina viene a conoscenza dei fatti e non può non ascoltare la drammatica richiesta d’aiuto che Mardocheo le rivolge. Lo zio desidera che lei si presenti dal re, «per domandargli grazia e intercedere a favore del popolo. “Ricordati […] dei giorni in cui eri povera, quando eri nutrita dalle mie mani, giacché Aman, il quale ha avuto il secondo posto dopo il re, ha parlato contro di noi per farci morire. Invoca il Signore e parla al re in favore nostro, perché ci liberi dalla morte» (Est 4, 8).
La scelta di Ester
Direte voi giustamente: Beh? Nulla di strano in questa richiesta. Ester è la moglie del re, può tranquillamente fare un tentativo ed è altamente probabile che il marito la esaudisca. E invece no… Ascoltiamo le parole di Ester:
«Ed Ester disse ad Acrateo: “Va’ da Mardocheo e digli: Tutte le nazioni dell’impero sanno che chiunque, uomo o donna, entri dal re, nel palazzo interno, senza essere chiamato, non avrà scampo; solo colui sul quale il re avrà steso il suo scettro d’oro sarà salvo. E io non sono più stata chiamata a entrare dal re già da trenta giorni» (Est 4, 10).
Ester esita. Sì, proprio lei, nel momento del bisogno e del pericolo, esita. Cerca istintivamente di salvarsi la pelle, cerca una via diversa, trova una scusa, una giustificazione. In realtà, ciò che dice è vero: presentarsi al re, pur essendo regina, “senza invito”, significava rischiare la vita. E la fanciulla mette immediatamente le mani avanti, quasi dicesse: “Caro zio Mardocheo, mi dispiace tanto, ma io non posso proprio farci niente”. Ma Mardocheo insiste, non si dà per vinto, sa che Ester ce la può fare e che, se per paura rinunciasse a fare un tentativo per salvare i Giudei, lo rimpiangerebbe per tutta la vita e, a quel punto, non le sarebbe valso a nulla salvare se stessa.
«Mardocheo disse ad Acrateo: “Va’ a dirle: “Ester, non dire a te stessa che tu sola potrai salvarti nel regno, fra tutti i Giudei. Perché se tu ti rifiuti in questa circostanza, da un’altra parte verranno aiuto e protezione per i Giudei. Tu e la casa di tuo padre perirete. Chi sa che tu non sia diventata regina proprio per questa circostanza?”» (Est 4, 13-14).
Le nostre scelte
Mardocheo inserisce la storia di Ester in un progetto più grande di lei, in un disegno divino e provvidenziale che lei ancora non comprende e non vede, ma al quale decide di dare la propria adesione, fiducia e, in fondo, la propria vita.
«Ester mandò da Mardocheo l’uomo che era venuto da lei e gli fece dire: “Va’ e raduna i Giudei che abitano a Susa e digiunate per me: per tre giorni e tre notti non mangiate e non bevete. Anch’io e le mie ancelle digiuneremo. Allora, contravvenendo alla legge, entrerò dal re, anche se dovessi morire”. Mardocheo andò e fece tutto quello che Ester gli aveva ordinato» (Est 4, 15-17).
Per riflettere insieme, vorrei presentarvi due aspetti.
Prima di tutto mi colpisce l’esplicita richiesta d’aiuto della regina: nel momento del bisogno, della fatica, del dramma, dell’inquietudine più alta, Ester mette in moto i suoi amici. Chiede loro di pregare per lei, si affida alla preghiera del suo popolo, riconosce umilmente i suoi limiti.
E allora mi/vi chiedo: quanto nella vita crediamo di poter fare da soli e di non aver bisogno di nessuno? Quanto siamo disposti a lasciarci accompagnare dalla preghiera dei fratelli, da una guida spirituale?
In secondo luogo è evidente il cambio di idea di Ester e la sua risolutezza nel sacrificarsi pur di tentare di salvare il popolo d’Israele. Che cosa l’avrà spinta? Che cosa sarà scattato nel suo cuore, dopo aver ascoltato le parole dello zio? Io credo che soltanto l’amore possa farci compiere scelte tanto folli come quella di Ester. E, quando si parla d’amore, si tratta sempre di scelte che non ci promettono una vita facile, comoda, lineare, senza intoppi, ma che sicuramente ci rendono la vita piena di senso e ci fanno dire: Sì, in fondo, ne vale la pena.
Per sintetizzare la puntata di oggi, vi lascio una bella frase di Alessandro D’Avenia, tratta dal suo libro Cose che nessuno sa.
Ciascuno di noi è custode di chi ha accanto: per parentela, per amicizia, per lavoro, per vicinato. Ciascuno di noi è affidato ad altri e altri sono affidati a noi, perché Dio muove tutto per spingerci ad amare di più ed essere amati di più.
A. D’Avenia, Cose che nessuno sa
Benedetta