Siamo al settimo capitolo del libro di Ester. La verità, che per tanto tempo la regina ha taciuto e nascosto nel segreto del suo cuore, ora è pronta per essere rivelata.
Durante il secondo banchetto, il re insiste e le chiede quale sia il suo desiderio: “Fosse anche la metà del mio regno, ti sarà data” Est 7, 2
«Se ho trovato grazia davanti al re, sia risparmiata la vita a me, secondo la mia domanda, e al mio popolo, secondo la mia richiesta. Infatti siamo stati venduti, io e il mio popolo, siamo stati venduti per essere distrutti, uccisi e fatti schiavi, noi e i nostri figli, per diventare servi e serve; ma io finsi di non udire, perché quel calunniatore non è degno del palazzo del re”. Disse il re: “Chi è costui, che ha osato fare queste cose?”. Ester rispose: “Un nemico: Aman è quel malvagio”. Aman fu preso da terrore in presenza del re e della regina».
Ester ha saputo attendere il momento opportuno per rivelare la sua identità. Non ha avuto fretta ma si è presa il tempo per pregare, riflettere, chiedere aiuto al popolo e confrontarsi con Mardocheo.
Nella società attuale, la fretta fa da padrona, comanda le nostre vite e ci trascina dove non vorremmo. Nella fretta spesso dobbiamo prendere decisioni importanti, nella fretta rincorriamo gli impegni incastrati nella giornata, e la fretta ci illude di essere prestanti, di “funzionare” bene, di aver sfruttato al meglio la nostra vita e il tempo. Mi chiedo, talvolta, se sia davvero così. E alla luce del lento scorrere del racconto di Ester, che ci tiene incollati da tre anni a questa parte, mi dico che forse non vale la pena correre proprio dietro a nessuno.
Ed è bello che anche Gesù, nel chiamare i discepoli, gli si rivolgeva dicendo: Seguimi! Non: Corrimi dietro! Forse perché il senso sta nell’amore che ci metti in ogni passo che compi, anche piccolo, più che nella mèta, nel risultato che alla fine raggiungi. Anche perché poi, la fretta genera preoccupazione e ci distoglie dal coltivare la relazione con Dio, che necessita di tempo strappato agli impegni e “sprecato” per non fare niente, ma per stare solo con Lui.
Ester ha scelto la parte migliore, il grembo fertile della preghiera come antidoto alla fretta e custode della verità.
E noi?
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Benedetta