Dopo esserci soffermati sul personaggio di Mardocheo, siamo pronti per analizzare il dilemma della fede: solo credere o anche amare?

Il sesto capitolo del libro di Ester si apre con l’insonnia del re. Ancora oggi tutti noi sappiamo che l’attività più efficace se non si riesce a prendere sonno è sempre la stessa: leggere. E in effetti il re fa chiamare il suo precettore, che comincia a proclamare a voce alta le memorie e le cronache avvenute nel regno, fino ad arrivare alla menzione di Mardocheo. Il re, grato e incuriosito circa la sua sorte, domanda quali onori gli avesse attribuito all’epoca dei fatti, ma resta deluso dalla risposta dei suoi servi: «Non hai fatto nulla per lui».

Nel frattempo sopraggiunge a proposito Aman, che finirà nelle sue stesse subdole trame e nel suo stesso tranello. Il re, che ha stima di lui e lo considera davvero imparziale e onesto, gli chiede un consiglio.

Estasiato per questa esaustiva risposta, il re ordina ad Aman di eseguire tutte le procedure del caso nei confronti di Mardocheo. Ed Aman non può che obbedire, suo malgrado.
Prima di essere nuovamente chiamato a palazzo per il banchetto di Ester, Aman torna a casa e racconta alla sua famiglia tutto l’accaduto. È interessante leggere il commento dei suoi amici e di sua moglie: “Se Mardocheo è della stirpe dei Giudei, comincia ad abbassarti davanti a lui, cadendo ai suoi piedi: tu non potrai resistergli, perché il Dio vivente è con lui” (Est 6, 13).
Mi colpiscono queste parole perché stiamo leggendo il punto di vista dei “cattivi” della storia, che pure professano a modo loro una certa “fede”. Sono infatti convinti che, se “il Dio vivente” è con Mardocheo, quest’ultimo avrà la meglio e per Aman non c’è speranza.

Vi propongo una specie di indovinello.
Domanda: Il diavolo crede in Dio? Risposta: Sì (e se non ti fidi confronta Lc 4, 34). Domanda: Allora che differenza c’è tra il diavolo e un Cristiano? Risposta: Che la fede del Cristiano non si basa solo sul credere che Dio esista, ma sull’AMARE quel Dio che esiste. Il Cristiano ama il Dio in cui crede, il diavolo no.

Allora vorrei esortarci tutti a smascherare chi si tinge di belle, sagge e profetiche parole e ci propone di aderire a dottrine che, “se somigliano al cristianesimo allora non saranno proprio da scartare”… Mille volte attenzione. Non lasciamoci confondere e imbambolare da chi sa scimmiottare il cristianesimo ma è lontano dalla Chiesa e ci distrae dall’amore di Dio.

Allora mi chiedo: Ho mai detto a Gesù che Lo amo?

Perché questa è la fede e lo sapeva bene Simon Pietro, che, dopo aver rinnegato Quel volto, lo vide risorto e interessato a una cosa sola: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami?” (Gv 21, 15-17). Qui si gioca la mia e la nostra fede. Ma non è nemmeno solo questione di professione e appartenenza religiosa, perché, certo, è facile dire “Ti amo”, “Ti credo” a parole, ma è un cammino dimostrarGlielo tutti i santi giorni nell’intimo del cuore, nelle opere e nelle scelte concrete.

Dov’è il mio cuore? A chi chiedo di custodire il mio amore?

Solo se amiamo il Signore, abbiamo fede, non se crediamo – più o meno vagamente – che esista. E quando ci chiederanno perché siamo contrari a filosofie e spiritualità orientaleggianti o a movimenti pseudocristiani, risponderemo con pace e convinzione: Perché abbiamo donato e promesso il nostro cuore e il nostro amore a Dio Padre, che ha il volto del figlio Gesù Cristo.

Benedetta

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