Nonostante la figura di don Bosco sia sempre stata presente, fin dalla prima infanzia, nei miei ricordi religiosi, fino a quattro anni fa (chi vi scrive ha 33 anni suonati!) non avevo mai sentito parlare di Domenico Savio.
Eppure, con grande sorpresa, quasi all’improvviso ho avuto modo di apprezzare “da grande” (ironia della sorte) Domenico come una delle figure più ammirate ed amate da una larga fetta della Chiesa cattolica. Nonostante la sua breve vita terrena, il piccolo grande Savio ha lasciato un’impronta indelebile come esempio di gioventù virtuosa e di santità possibile anche nell’adolescenza. Oggi, moltissime ragazze e moltissimi ragazzi che vivono a pieno la realtà salesiana (e l’oratorio!) lo ricordano con piacere e con ammirazione. Questa breve pagina esplorerà in poche righe la vita di Domenico Savio, mettendone in luce i tratti distintivi.
La vita e le opere
Domenico Savio nacque il 2 aprile 1842 a Riva presso Chieri, in Piemonte, Italia. Fin dalla sua infanzia, mostrò una profonda devozione verso la fede cattolica e una straordinaria maturità spirituale. Nonostante le sfide personali, come la salute costantemente precaria, Domenico dimostrò un carattere radioso e un’intensa passione per Dio fin dalla tenerissima età.
Un momento cruciale nella vita di Domenico Savio fu l’incontro con san Giovanni Bosco, fondatore della Congregazione Salesiana. A soli dodici anni, Domenico entrò nel collegio salesiano di don Bosco a Torino. Qui, sotto la sua guida, Domenico approfondì la sua fede e sviluppò virtù come la preghiera, l’obbedienza, l’amore per il prossimo e la formazione umana.
La spiritualità di Domenico era caratterizzata da una grande intimità con Dio e da una profonda devozione verso la Madonna. Domenico era un fervente “frequentatore dei sacramenti”, in particolare della confessione e della comunione, che considerava momenti privilegiati di incontro con Cristo. La sua preghiera costante e la sua ricerca dell’umiltà in ogni azione del quotidiano sono sempre stati tratti distintivi della sua vita spirituale.
Nonostante la sua giovane età, Domenico incarnava la santità nella vita di tutti i giorni. Era noto per la sua gentilezza, la sua allegria contagiosa e la sua capacità di aiutare gli altri. Amava particolarmente i suoi compagni di scuola e cercava di influenzarli positivamente, incoraggiandoli nella pratica della fede e nell’adesione ai valori morali.
La morte prematura di Domenico Savio il 9 marzo 1857, per una malattia polmonare (forse pleurite) e a quindici anni di età non ancora compiuti, rappresentò una grande perdita e un profondo momento di riflessione spirituale per tutta la comunità salesiana, perfino per don Bosco. Tuttavia, l’impatto del piccolo Domenico sulla Chiesa e sulla gioventù cattolica fu tale da non affievolirsi mai nel corso dei decenni successivi. Domenico è stato beatificato il 5 marzo 1950 e canonizzato il 12 giugno 1954 (in entrambe le occasioni da Papa Pio XII). La sua vita e il suo messaggio di gioventù santa sono stati una fonte di ispirazione per innumerevoli persone in tutto il mondo.
Curiosità su Domenico Savio
Domenico Savio è il protettore delle donne incinte e soprattutto delle gravidanze a rischio. In senso lato, san Domenico è anche il protettore dei bambini piccoli e spesso una sua immagine viene posta nella culla dei neonati, come simbolo di protezione. La tradizione gli attribuisce anche il patronato dei pueri cantores (cori liturgici di voci bianche), dei chierichetti, dei ministranti e degli studenti.
La memoria liturgica di san Domenico Savio è il 9 marzo, ma poiché questo giorno è nel periodo di quaresima, la Famiglia Salesiana e le diocesi della Regione Pastorale Piemontese hanno spostato la celebrazione annuale: san Domenico Savio si festeggia il 6 maggio.
Riferimenti bibliografici
BOSCO GIOVANNI, Memorie, Elledici, Torino 1985.
BOSCO GIOVANNI, Vite di giovani, Libreria Ateneo Salesiano, Roma 2012.
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