Alcune note introduttive sulla poetessa
Cristina Campo
Dopo aver percorso i sentieri poetici di Osip Mandel’štam attraverso l’analisi di alcune sue ottave (per rileggere lo scorso articolo, clicca qui), immergiamo ora lo sguardo in un altro universo poetico, quello di Cristina Campo. Vittoria Guerrini (pseudonimo Cristina Campo) nacque a Bologna nel 1923, crescendo isolata dai suoi coetanei per una congenita malformazione cardiaca. Nel 1928 si trasferì a Firenze dove rimase fino al 1955: entrò a far parte dell’ambiente culturale fiorentino dove avvenne l’incontro con Mario Luzi, Gianfranco Draghi e il germanista e traduttore Leone Traverso.
Parola e perfezione
Scrive di lei Mario Luzi:
«Cristina riponeva nella memoria come in uno scrigno le gemme delle sue letture: erano pietre preziose che altri non vedevano o non sapevano apprezzare. La sua scrittura nasce nel riflesso di quei tesori; ma nasce energicamente, anzi impavidamente. La sua forza intellettuale trasformava quella ricchezza a lungo custodita in una lama al servizio dei suoi argomenti, in uno stile tagliente dai barbagli ora d’acciaio, ora iridescenti. Forza e fragilità del resto in lei si fondevano mirabilmente […] Cristina Campo credeva che la perfezione esistesse e, come altri che l’hanno creduto, non sapeva che farsene della perfettibilità. Era là e solo là che bisognava puntare, e non contentarsi di niente di meno.»
Cristina Campo scrisse poco nella sua vita e — come lei stessa dichiarò in un’intervista —, avrebbe voluto scrivere anche di meno. Solitaria e sfuggente, la Campo si distingueva per un amore viscerale alla parola. Parola e perfezione sono nel mondo perché l’uomo sviluppi una tensione verso di esse. Le loro mistiche esistenze interrogano lo spirito a scoprirne l’identità, perché ci si sente appartenuti al loro campo d’azione, compartecipi della forza vivificante che emana anche solo il pronunciarle. La parola è per Cristina Campo perfezione e tendere alla perfezione è ciò che dà vita. Di niente di meno ci si può contentare perché la parola — Verbo negli ultimi anni della sua vita — contiene tutta la verità che desidera il cuore dell’uomo.
Con questa brevissima introduzione inizia il viaggio nella poesia-poetica di questa affascinante scrittrice, scriba – anche lei – del Mistero della Vita.
Elisabetta Corsi