Con occhi nuovi è una meditazione sul Vangelo della Trasfigurazione di Gesù.
In questa seconda domenica di quaresima la Chiesa ci propone il Vangelo della trasfigurazione di Gesù. E’ un evento molto particolare a cui assistono solo Pietro, Giacomo e Giovanni, i testimoni principali, le future punte di diamante. Gesù compie questo segno subito dopo aver annunciato ai sui discepoli che egli dovrà morire e risorgere il terzo giorno. Luca afferma molto chiaramente che i tre discepoli, tutti e tre, erano oppressi, oppressi dal sonno.
Cosa è questo sonno che ci opprime? Cosa ci impedisce di essere presenti a noi stessi riguardo le manifestazioni del Signore? Non serve un grande sforzo meditativo per comprenderlo, è semplice, la nostra natura umana, il peccato originale, quindi le preoccupazioni, la sofferenza, gli affanni che la vita inesorabilmente propone. Allora? Potremmo pensare è tutto finito! Non c’è rimedio e non ci possiamo fare nulla, perché siamo concretamente inchiodati a questa realtà, siamo impediti a scorgere oltre. No, non siamo condannati alla cecità del soprannaturale e alla oppressione eterna, infatti poi i tre apostoli si svegliano. I tre si svegliano perché Cristo si è incarnato ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.
E cosa accade perché si svegliano? Accade che si fidano di Gesù e che Egli è il mandato di Dio Padre, infatti, solo Lui ha il potere di donarci tutta una serie di doni materiali e spirituali che ci permettono di svegliarci dal torpore mortale in cui costantemente restiamo intrappolati, ma solo a condizione che crediamo in Colui che Egli ha mandato. Dico costantemente perché Luca stesso ci pone il quadro impietoso della fragilità umana, i tre appena schiusi gli occhi dal torpore non riescono assolutamente a vedere oltre le tende e le capanne che gli si manifestano alla vista. Prima non si accorgono di nulla perché dormono, poi una volta svegli guardano ma non vedono. Altra infermità altro dono pronto per chi si fida, questa volta viene da Dio stesso: “Questi è il Figlio mio, l’eletto, ascoltatelo!” Ed ebbero paura!!
E’ l’apice della fragilità umana! E’ la presa di coscienza della cecità totale che solo con i doni del Signore si può risolvere. Dopo questa terza “batosta” i tre hanno acquisito una esperienza una conoscenza di Dio che non dimenticheranno mai, tanto che Luca dice: tacquero! Ma tacquero con la bocca, mentre il loro cuore urlava di gioia. Una nuova Sapienza è entrata in loro una nuova vista che non è legata ai fotoni, ma al cuore, un cuore che sente il battito di un altro cuore che si fa ancor più vicino proprio nei momenti di grande debolezza, cecità.
Ma non è finita qui, il Vangelo si conclude dicendo: restò solo Gesù! Non è che piano piano i battiti di questo cuore scompaiono e noi ricadiamo nello sconforto? No, Gesù restò con loro! Partono per il Tabor in quattro e rientrano a casa in quattro.
Vostro fratello Mapko
Altre meditazioni sulla Parola di Dio sono nella rubrica Lievito nella Pasta.