“Colui al quale si perdona poco, ama poco” è una meditazione a partire dal Vangelo di Luca, al capitolo settimo.
Perdonare ed amare sono due verbi strettamente legati, non si può amare senza perdonare qualcuno e allo stesso tempo non si può perdonare senza che alla base di questa azione vi sia un sentimento amorevole. Qui, però nel Vangelo odierno, uno dei due è all’attivo e l’altro è nella sua forma passiva, Gesù infatti non dice: perdona poco, chi ama poco e nemmeno ama poco, chi perdona poco. Qui non ci troviamo di fronte ad un’esortazione a perdonare, ma siamo ad un livello più profondo, più alla radice dell’uomo: solo chi è perdonato, ama.
E’ un affermazione radicale che dice molto di ciò che siamo, di come agiamo e perché agiamo. Questo Vangelo non richiede una profonda dose di umiltà, ma una profonda onesta, l’onesta di fare memoria di ciò che è stato, solo chi riesce a fare memoria di tutte quelle volte che è stato perdonato, salvato, graziato, può amare.
Solo chi nella sua vita ha commesso errori, a volte grossi, a volte “imperdonabili” e si è trovato di fronte a questo scandalo che è il perdono, solo egli potrà assaporare una sensazione del genere. Egli sarà capace di amare come colui il quale ha toccato con mano tutta la propria fragilità, tutto il proprio essere vaso di creta (direbbe San Paolo) e da essa ne è emerso come un essere perdonato, potrà guardare con occhi nuovi, con occhi riconciliati gli altri e potrà amarli, giustificandoli, scusandoli; essendo consapevole che anche io, al posto suo, avrei potuto essere o fare così, se non peggio.
Ecco perché ama poco a chi poco è perdonato, perché o si sente superiori agli altri, non avendo fatto esperienza della propria creaturalita’ oppure non ha mai sperimentato quell’amore sanante di cui solo il perdono è capace, sentendosi amato così come è.
Direbbe Papa Francesco, riprendo un frase di Beda il Venerabile: “Miserando atque eligendo“, lo guardò con misericordia e lo scelse.
Vi auguro, mi auguro di sentire sulla nostra pelle questo sguardo ardente d’amore di Dio, affinché i nostri sguardi possano divenire rinnovati e ripuliti per amare di nuovo e perdonare di più.
Altre meditazioni sulla Parola di Dio sono contenute in Lievito nella Pasta.