Quando incontriamo una persona, le chiediamo “come va?”; se siamo più in confidenza possiamo azzardare un sincero “come stai?”. Sembra una domanda banale, ma fa riflettere: a volte andiamo così di corsa che solo quando un altro ce lo chiede ci fermiamo a rifletterci. A volte siamo dispiaciuti quando non ce lo chiede nessuno, ma cosa possiamo fare per porre rimedio a questo bisogno di attenzione che abbiamo? Proviamo a chiederlo noi a noi stessi, a prenderci cura del nostro stato interiore. L’Avvento è un tempo forte, dedicato a preparare il nostro cuore per la venuta del Signore. Proviamo allora a chiederci cosa c’è davvero dentro questo cuore inquieto.
Nella puntata odierna de “il bello di internet” voglio presentarvi questo video di Don Giovanni Benvenuto. In questo video, egli ci sprona a trovare un vocabolario emotivo per la nostra condizione attuale. Non solo “sto bene, male, stressato, così così”, ma acquisire dei termini più precisi per definire il nostro stato d’animo. Vi consiglio anche due strumenti molto utili che utilizzo personalmente: la ruota delle emozioni e l’analogo fiore di Plutchik (qui il link). Proviamo a identificare a quale emozione principale appartiene ogni emozione che proviamo, o quali sfaccettature delle emozioni principali stiamo sperimentando.
Definire le emozioni che proviamo è utile sia a noi, per trovare strategie migliori ai nostri problemi, sia per comunicarle efficacemente a un’altra persona (partner, amico,…) e farci aiutare. Possiamo inoltre condividere più in pienezza la gioia che abbiamo dentro, e ripetere quelle azioni che portano vera gioia nella nostra vita. Non definire le emozioni, dice don Giovanni, è come andare dal dottore e dire “sto male, sto male”, ma non riuscire nemmeno a definire in quale parte del corpo abbiamo dolore. In che modo può aiutarci il dottore, se non sappiamo nemmeno se ci fa male la testa o la gamba?
“Come stai” è l’analogo “dove sei” che Dio chiede ad Adamo dopo la caduta (lo abbiamo letto nelle letture di ieri, 8 dicembre). È come se Dio ci dicesse: “ho bisogno che tu comunichi il tuo cuore con me. Non perché io non sappia già come stai, ma perché tu sei diventato un enigma per te stesso, e non sai più dove ti trovi e dove vuoi andare”. Essere veri con sé stessi e con Dio è la prima condizione di un serio cammino di Avvento. Non sempre possiamo condividere con gli altri il nostro vero stato d’animo, tuttavia nella nostra solitudine chiediamolo a noi stessi. A cuore aperto, di fronte al Padre, per imboccare le Sue vie e vivere una vita più piena e felice.
Buon cammino di Avvento!
Sorella Si Naturale