La volta scorsa abbia dedicato un po’ di spazio al silenzio nella liturgia eucaristica (https://www.legraindeble.it/abc-liturgico-il-silenzio/) ma qualcuno potrebbe chiedersi a che pro? A cosa serve questo silenzio? Io credo che la risposta più importante sia l’ascolto. Infatti tutti ben sappiamo che Dio parla nel silenzio, Dio si lascia trovare nel “silenzio”, a Dio occorre “silenzio” per parlarci ma allo stesso tempo “fare silenzio” è necessario ma non sufficiente infatti occorre che siamo in atteggiamento di “ascolto”.
Se il fine è la comunione con Dio, un atto essenziale è l’ascolto preparato dal silenzio perché da esso che scaturisce la risposta dell’uomo a Dio. Potremmo azzardare nel dire che la risposta dell’uomo è il motivo dell’Eucarestia stessa o almeno uno dei motivi.
Perché è importante l’ascolto?
Leggiamo a proposito alcune righe del libro di Andrea Gasparino, La Messa cena del Signore:
“E’ la prova dell’amicizia. E’ un rischio forte. Un rischio costante delle nostre comunioni eucaristiche. Se un amico viene a cercarti per passare qualche ora con te, se viene sapendo che ci sei e tu non ti lasci trovare, ti giochi la sua amicizia. […] Eppure è spesso così il nostro modo di accogliere Cristo nella comunione. Viene per trovarci e non ci trova. Sa bene che ci siamo e non ci trova perché siamo occupati in ben altri pensieri che la sua presenza. […] Se due persone si incontrano, e dopo l’incontro, non sanno ciò che si sono dette, quelle persone in realtà si sono proprio incontrate?
Ascoltare è anche difficile
L’ascolto è un atto passivo ed attivo insieme, a noi riescono più facili gli atti attivi. Continuiamo con il testo sopracitato:
“Ascoltare invece è fare silenzio e agire, è un ricevere e un dare, è passività ed attività insieme. Ascoltare Dio è poi difficile perché è comunicare con una persona che sfugge ai sensi. […] Nella comunione siamo in una situazione difficile: lui è lì, persona viva e vera, davanti a noi, ma non percepiamo nulla. Se sentissimo almeno! Se ci raggiungesse solo con una parola: ora questo questo non avviene. Allora ecco, l’ascolto è difficile, perché se aprite un dialogo vi dà subito l’impressione che sia un monologo, e per di più un monologo rivolto ad un assente”.
(A. Gasparino, La Messa cena del Signore, p. 101).
Ecco abbiamo visto quanto che ascoltare sia ad un tempo essenziale e difficile, ora ci resta di scoprire “come” ascoltare, come entrare in questa relazione di ascolto, ma per far questo occorre attendere il prossimo appuntamento intanto iniziamo a fare silenzio, che ci farà solo bene e ci preparerà all’accoglienza.
Shaqued