Evito di guardare questo genere di film per diverse ragioni, ma con estremo ritardo rispetto all’uscita nelle sale, mi sono lanciata nella visione de “L’esorcista del Papa”. Film del 2023 che mostra il famoso esorcista Padre Gabriele Amorth quasi come un cacciatore di demoni, in pieno stile Van Helsing.
Diffido sempre da questo genere di film hollywoodiani che tentano di dipingere la fede cattolica come un qualcosa di “estremamente spettacolare”, nel senso cinematografico del termine, insinuando sibillinamente il dubbio sulla veridicità dei dogmi.
Siamo ormai abituati ad immaginare l’esorcista come quello rappresentato nel celebre film di William Friedkin: un coraggioso uomo in talare pronto a sfilare dal solito personalissimo “kit dell’esorcista” l’anonima bottiglietta contenente acqua santa, pronta ad essere cosparsa a più getti contro la persona sfortunatamente posseduta che, con toni di voce abbastanza alterati, sfida il sacerdote e occasionalmente con impressionanti torsioni del capo e del collo.
Niente di tutto questo. O almeno, non del tutto.
E’ evidente che partissi già con una buona dose di pregiudizi nei confronti, non tanto del film in questione, ma del genere. Pregiudizi in parte confermati a causa delle scene tipicamente hollywoodiane come sopra descritte, ma ammetto di essermi ricreduta in merito al messaggio di sottofondo e spiegherò tra poco il motivo.
Chiaramente questa è una mia personalissima interpretazione, la quale non vuole di certo trovare basi teologiche in un film horror né dare chiavi di interpretazione in senso assoluto. Anzi, l’intento del regista molto probabilmente sarà andato nel senso opposto, chissà, ma osservando il tutto con uno sguardo cattolico ho trovato ottimi spunti di riflessione.
La trama de “L’esorcista del Papa“
Per chi ancora non si è addentrato nella visione, non farò (spero) particolari spoiler ma posso senz’altro dire che non si tratta di un film biografico su Padre Amorth, infatti ha solo l’intento dichiarato di trarre spunto da alcuni episodi accaduti realmente al famoso esorcista non riportandoli pedissequamente ma avvolgendoli di mistero e suspence, come ogni film horror che si rispetti.
Dopo aver risolto l’ennesimo caso di possessione avvenuto in Calabria, Padre Amorth, nominato “Capo Esorcista del Vaticano” da Papa Giovanni Paolo II, viene convocato da una commissione d’inchiesta per valutare i metodi e i risultati ottenuti che però, come lo stesso Padre Amorth, interpretato da un bravissimo Russell Crowe, definisce è più un “plotone d’esecuzione” (ed essendo stato – anche nella realtà – un partigiano, Padre Amorth ne conosceva molto bene il paragone), poiché il vero intento sembra essere quello di dubitare dell’efficacia e persino dell’utilità degli esorcismi. Aspetto, quest’ultimo, che ha attirato parecchio la mia attenzione, ma di questo ne parleremo dopo.
L’incontro con la commissione si risolve, se così possiamo dire, con la brillante e pungente ironia di Padre Gabriele Amorth la quale lascia abbastanza attoniti i presenti.
Nonostante gli ostacoli all’interno delle mura vaticane, il Vescovo di Roma in persona convoca Padre Amorth per affidargli un caso particolarmente delicato in terra iberica, in particolare presso l’Abbazia di San Sebastian in Castiglia, da tempo proprietà privata di una giovane vedova, Julia, che si trasferisce in loco per permettere il proseguimento dei lavori di ristrutturazione dell’abbazia ereditata dal defunto marito, assieme ai figli Amy ed Henry. E’ evidente che questa famiglia sia ancora afflitta dalla perdita subita, Henry è ancora turbato dall’aver assistito alla morte del padre e per questa ragione si chiude in un mutismo difficile da affrontare per una madre.
Lì incontreranno Padre Esquibel, un giovane prete locale completamente inesperto di esorcismi, che li accoglierà e sosterrà nella lotta con ciò che di lì a poco avrebbe sconvolto radicalmente le loro vite.
Henry, girovagando nei sotterranei durante i lavori di restauro, verrà posseduto da un antico e forte demone, Asmodeo (il cui riferimento biblico si rintraccia nel libro di Tobia nella storia che vede coinvolti Sara e Tobi), il quale esige di incontrare Padre Amorth facendolo sapere durante un improvvisato esorcismo da parte del prete locale.
Ed è qui che Padre Esquibel chiederà al Vaticano l’intervento del famoso esorcista che, a bordo della sua vespa, raggiunge il luogo della sua missione.
Padre Amorth e Padre Esquibel cercheranno inizialmente di scoprire il nome del demone in questione per poter effettuare il rito, ma il demone si prenderà gioco di loro anche in modo piuttosto spinto e volgare (d’altronde non è rinomato per avere modi cortesi!) e, particolarità che mi ha portato a riflettere, utilizzando i loro peccati, magari quelli non confessati, i loro sensi di colpa, fiutando le loro paure e ingannandoli come solo lui sa fare.
Entrambi i sacerdoti si ritroveranno ad affrontare i loro fardelli ed i loro sensi di colpa messi in evidenza ad ogni incontro col demone, il quale non esita a martoriare il corpo del povero e piccolo Henry.
Lo scopo del demone è piuttosto apocalittico e si scoprirà essere legato all’ormai lontano periodo dell’Inquisizione spagnola e l’intento è proprio quello di portarlo a termine grazie al conosciutissimo esorcista.
Si scoprirà che esattamente in quell’Abbazia sono nascoste delle evidenze legate a quel periodo oscuro tenute nascoste dalla Chiesa stessa, infatti il sigillo del Vaticano riportato sul coperchio del pozzo cela un grande segreto al suo interno. L’esorcista scoprirà un antico codice dove apprenderà che, nell’istituire la Santa Inquisizione, la Chiesa è stata plagiata dal demonio al solo scopo di portare disordine.
Nel frattempo anche il Papa scopre questi segreti su un registro dell’antica abbazia spagnola e, appreso che trattasi di un demone antico e potente, conscio di aver messo in estremo pericolo sia Padre Amorth sia il futuro della Chiesa, subisce un forte malore per il quale viene ricoverato in urgenza.
La seconda parte di questa recensione è presente sempre qui, sul nostro blog, a questo link: L’esorcista del Papa.
Vittoria Denise Labate