Io ho sentito fin dalla mia nascita, in seno alla mia famiglia, che tu, Signore, hai preso Israele tra tutte le nazioni e i nostri padri tra tutti i loro antenati come tua eterna eredità, e hai fatto per loro tutto quello che avevi promesso. Ma ora abbiamo peccato contro di te e ci hai consegnato nelle mani dei nostri nemici, perché abbiamo dato gloria ai loro dèi. Tu sei giusto, Signore!
Est 4, 17m-17n
Parole-àncora
Nella sua accorata preghiera piena di richieste, già introdotta nella scorsa puntata, Ester parte dalla memoria delle opere di Dio.
Nella Neovulgata, riportata nelle note della Bibbia di Gerusalemme, compare proprio una sorta di elenco, cadenzato da un’introduzione che si ripete sempre identica: “Io ho sentito dai libri dei miei antenati, o Signore, che tu…”, e a cui fa seguito la descrizione degli interventi di Dio nella storia di Israele.
Ma a che serve fare memoria? Come si fa?
Non so se conservate anche voi un elenco di Parole di Dio, frasi di santi, citazioni… che sono state importanti per la vostra vita, che vi hanno restituito uno sguardo nuovo su voi stessi e sugli altri, che vi hanno salvato, accompagnato e che continuano a farlo tutt’ora, una sorta di Parole-Àncora che custodite e che vi custodiscono.
Sarebbe bello se, in questo tempo di Quaresima, le riprendessimo o le appuntassimo in un quaderno specifico, da tenere aggiornato con le parole che via via si aggiungono, così da poterle trovare più facilmente. Potranno essere una guida utile nella nostra personale e intima preghiera, che è unica e davvero insostituibile nel cuore di Dio, per il semplice fatto che è la nostra e non c’è nessuno al mondo che preghi allo stesso modo. Se, poi, le lasceremo risuonare nel cuore, queste parole si riveleranno consolatorie, incoraggianti e lenitive come un balsamo, in particolare quando saremo nel bisogno, nel pericolo, nella paura, nel dubbio, nell’incertezza, nella confusione. Saranno acqua nei nostri deserti.
Partire dal tu
Con i versetti sopra riportati la regina Ester ci insegna anche da chi partire nella nostra preghiera, affinché essa sia sempre un dialogo cuore a cuore.
Se voglio chiedere qualcosa a Dio, anzitutto bisogna che Lo chiamo, come quando ho bisogno di un consiglio e mi rivolgo a un amico. Partire dal tu o dal Tu, che ho davanti, mi aiuta subito a decentrarmi e a ridimensionare il mio problema: l’altro, che sia una persona o Dio stesso, è sempre più importante della mia richiesta. La relazione, infatti, è la chiave.
Avete presente quando dovete dire qualcosa di importante a una persona che amate? Talvolta capita che, appena la si incontra, ciò che bisogna raccontare, per quanto possa essere urgente, passi in secondo piano, perché nettamente scavalcato dall’importanza del volto che si ha davanti. Certamente verrà anche il momento della richiesta e del racconto, ma prima di tutto ci sei tu.
Benedetta