Incontrati di sfuggita su un noto social network, incontrati gioiosamente e per volontà di Dio da Padre Francesco ed ora ‘letti’ sul mensile Luoghi di Infinito di Avvenire. Sono Vincenzo e Franca, sposi, genitori e nonni felici. Fondatori e custodi dell’Eremo di Famiglia.
La loro conoscenza ha destato in me tanta ammirazione ma anche tanta curiosità, sarà perché siamo abituati ad immaginare gli eremiti come uomini e donne che vivono su un monte, in luoghi bellissimi ma inaccessibili che conoscere la realtà dell’Eremo di Famiglia “Aquila e Priscilla” è stata una lieta sorpresa. Così rovisto nella rubrica e chiamo Vincenzo e Franca e butto là loro qualche domanda.
Ma ditemi come è nata questa realtà di eremo? O meglio come avete scoperto questa vocazione inedita? Chi vi ha aiutato nel discernimento?
Noi crediamo che questa esperienza nasca solo e semplicemente dal tentativo di ascoltare la “voce” dello “Spirito”. Non è stato facile scoprire questa vocazione. Il percorso è stato lungo e tortuoso e solo grazie alla nostra perseveranza e all’ascolto che ci hanno prestato Maria Michela Porcellato, Badessa del Monastero di Sant’Antonio in Roma, e dom Innocenzo Gargano, monaco del Monastero di San Gregorio in Roma siamo riusciti ad identificarla.
Se non erro, siete tutti e due degli oblati camaldolesi e ne siete particolarmente orgogliosi, quanto e come influisce la spiritualità camaldolese sulla vostra realtà eremitica e famigliare?
Si, Paride siamo oblati camaldolesi del Monastero di Sant’Antonio in Roma felici di esserlo perché la gioia di questo incontro ha rappresentato una svolta nel cammino di discernimento. Non parlerei di “orgoglio” ma di fedeltà ad una spiritualità che coniuga la regola benedettina con le intuizioni di San Romualdo. In ogni caso, Parola, Accoglienza, Silenzio e studio sono le coordinate di questo percorso dentro il quale si fa strada la nostra storia quotidiana.
Una storia che è fatta di semplicità, essenzialità, sobrietà e grande apertura al mondo nel quale siamo immersi pienamente. La nostra non è una fuga dal presente ma uno stare, un abitare, un condividere con una “metrica” nostra la realtà che siamo stati chiamati a vivere. La stessa realtà nella quale tutta l’umanità è immersa e nella quale donne e uomini con diverse fedi, cultura, lingua, costumi e usi vivono il proprio destino che, ne siamo certi, sarà segnato dalla vittoria finale dell’Amore.
Entrambi lavorate, oltre ad essere molto attivi nella Chiesa locale, a livello parrocchiale ma anche diocesano. Come coniugate questa attenzione pastorale con la scelta eremitica? Come sono scandite le vostre giornate?
Dalle coordinate di orientamento che abbiamo indicato crediamo di aver già risposto in ogni caso la nostra giornata si apre con le lodi e si conclude con la compieta. Tra le due preghiere c’è la vita in famiglia, quella lavorativa di entrambi e l’impegno ecclesiale. L’essere eremiti, a nostro parere, è un vantaggio per affrontare il quotidiano. Avere uno spazio dedicato alla contemplazione della Parola e allo scambio di coppia è fondamentale. Si può incarnare la solitudine e la vita ordinaria dando il giusto peso, risalto ed importanza ad ogni ambito.
Non ci aspettiamo di essere condivisi o compresi. L’unica aspirazione è vivere dentro di noi questa vocazione in ogni azione, scelta o iniziativa che facciamo. Molto bello e interessante per noi è stato l’invito ufficiale che abbiamo ricevuto per partecipare al primo convegno nazionale degli eremiti che si è svolto presso il Santuario dell’Addolorata a Castelpetroso in Molise e voluto dal Vescovo Giancarlo Bregantini. Abbiamo avuto conferma che non siamo dei “marziani” ma persone normali che vivono una chiamata e che questa chiamata sta percorrendo sentieri inediti e non impossibili. Certo sono sentieri nuovi che offrono nuove opportunità dentro una storia che continua a scrivere pagine meravigliose.
Nell’articolo, che consiglio a tutti, su Luoghi di Infinito avete citato una bellissima espressione tratta da un episodio evangelico: “Il silenzio è preghiera che rende capaci di raggiungere il mantello di Gesù ed essere pervasi dal suo Spirito, dalla sua forza vitale”. Una domanda che può essere scontata ma che non lo è: qual è il ruolo della Parola di Dio nella vostra vita?
La Parola è uno degli aspetti fondamentali insieme all’Eucarestia domenicale del nostro percorso di vita ordinaria. La Parola per la esperienza di “eremo di famiglia” è compagna quotidiana. Ogni mattina, dopo le lodi e prima di andare a lavorare, facciamo “Ascolto” della Parola (il vangelo del giorno). Da questo Ascolto facciamo scaturire una brevissima riflessione che condividiamo sul nostro sito/blog www.eremodifamiglia.it e anche sui vari canali social collegati facebook, istagram e twitter. Questo impegno ci consente di essere presenti anche in vari circuiti e far conoscere questa esperienza di Chiesa che, ripetiamo, ha il solo fine di vivere in maniera particolare la nostra fede in famiglia offrendo una testimonianza, speriamo credibile.
Sempre in questo pezzo di Roberto Zanini, a commento del bel passo della Lettera agli Ebrei: “Non dimenticate l’ospitalità, alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo”. Evidenziate come tra le vostre ‘attenzioni’ vi sia anche il ‘lasciar spazio’ a chiunque bussi alla porta del vostro eremo, che rapporto avete con l’ospitalità?
Certo Paride. Una delle peculiarità della nostra vita eremitica è questa apertura all’accoglienza. Chiunque viene è accolto. In verità prima della pandemia abbiamo ospitato anche per dormire ma oggi è tutto un po’ più complicato. Certamente incontriamo chiunque chiede di parlare, di confrontarsi, di stare insieme una giornata, un pomeriggio e, sempre, concordandolo prima, anche per pranzo o cena. Purtroppo gli spazi non sono tanti ma quelli che abbiamo ci consentono di realizzare anche una forma di accoglienza che è fondamentale nella nostra esperienza. E’ un modo semplice di condividere la vita al quale fin dall’inizio del nostro matrimonio non siamo mai venuti meno. Diciamo che l’accoglienza è un tratto distintivo che precede la nostra vocazione eremitica. E’ anche bello evidenziare che tutto ciò che viviamo è sempre fatto in comunione con la Chiesa.
Li saluto con affetto e stima, le loro parole mi hanno confermato che un altro modo di vivere è possibile, un modo più sano e direi anche più santo nelle nostre vite di corsa.
Vincenzo, Franca e Paride
L’ultima uscita di ‘Santi Nascosti’, la trovate qui: https://www.legraindeble.it/categorie/santi-nascosti/