Commento al vangelo della XV domenica del TO
Il vangelo di questa domenica ci fa entrare dentro la realtà più misteriosa e totalizzante sia della vita cristiana sia dell’esistenza umana in ogni sua forma. La realtà dell’amore. La domanda a cui l’esperienza liturgica vuole rispondere è di tipo ontologico: che cos’è l’amore? Fiumi d’inchiostro sono stati riversati nel tentativo di dare voce a questo argomento, tutti a dimostrare quanto piccolo sia l’intelletto umano che si sforza di comprendere il mistero dell’amore.
Il mistero d’amore trinitario
Lo sguardo della liturgia della Parola punta ad una precisa direzione: perché l’uomo comprenda l’amore è necessario guardare alla Trinità. Ognuna delle Persone trinitarie ama l’Altra donando tutta se stessa, senza veder diminuito il proprio essere e lo fa in un possesso pieno di sé. Per possedersi deve conoscersi e amarsi. Per conoscere se stesso l’uomo ha bisogno di Dio, ha bisogno di partecipare all’amore di Dio, perché solo Dio ama totalmente e pienamente ogni essere umano.
Scrive Edith Stein in Essere finito e essere eterno:
«Colui che si dà a Dio raggiunge la massima perfezione nell’unione d’amore con Lui, in quell’amore che è contemporaneamente conoscenza, dono del cuore e atto libero. Egli è volto totalmente verso Dio, ma nell’unione con lo spirito divino lo spirito creato abbraccia anche se stesso, conoscendo e donandosi liberamente. Il donarsi a Dio è contemporaneamente donarsi al sé che è amato da Dio e a tutta la creazione, quindi a tutti gli esseri spirituali uniti in Dio».
Amare, allora, è annullare giorno dopo giorno la trinità che è in noi per respirare la Trinità di Dio e conformarsi al suo volere. E il suo volere ha l’essenza del dono.
Elisabetta Corsi
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