Non è tra le azioni più brillanti e nemmeno forse la più originale “rubare” una citazione per presentare, ed allo stesso tempo, descrivere un blog, ma se avessi aspettato la parola giusta al momento giusto probabilmente questo foglio sarebbe ancora immacolato. Così in un freddo pomeriggio di Febbraio, col sole già dietro le colline, mentre distrattamente ascolto la musica alle cuffiette ed attendo – come al mio solito – ad altre attività una frase rapisce la mia attenzione: “Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo“.
Foto di Pixabay
E’ Simone Cristicchi, amato paroliere, che canta, è sul palco di Sanremo e le note e le parole sono del suo nuovo inedito “Abbi cura di me“. E’ un caso curioso, se di caso possiamo parlare, poche ore prima un mio compagno di Università ed amico di vita, Luca mi aveva spinto ad aprire un blog e nel momento in cui mi ha domandato che nome donargli, la mia risposta è stata senza esitazione: le grain de blè, chicco di grano in francese.
Il blog era pronto in poche ore, lui ci aveva lavorato un giorno ed una notte, con la passione che sa divorare, come un fuoco, solo i veri artisti. Ora l’aveva affidato alle mie maldestre mani, non nascondo una certa emozione ed una certa paura. Emozione nel vedere, per la prima volta, le spighe dorate accarezzate dal vento nella Home Page ed impaurito per il timore di rovinare una creatura così bella e fragile. Come dicevo, era tutto pronto, tranne un particolare: aprire le quinte, togliere il velo.
Questo toccava a me, Luca si era ritirato, come solo i veri amici sanno fare e mi aveva lasciato saggiamente solo con queste domande: perché aprire un blog? Non bastano quelli che ci sono? E perché poi con un titolo così strano?
Sinceramente non so rispondere alla prime domande, forse non lo saprò mai ma vorrei dire qualcosa sul perché Le grain de blé.
I motivi sono molteplici e nessuno di essi è univoco ed esaustivo: amo la ricchezza che si cela dentro un seme, mi ha sempre colpito e stupito sia nelle narrazioni evangeliche sia nella contemplazione della natura. Un chicco di grano, un seme, così piccolo può far nascere una meraviglia, può donare senso, colore e gioia. Un chicco di grano, come ogni seme, è una promessa di miracolo, ed è già, quindi, un miracolo. Tutto ciò nella più serena inconsapevolezza. Esso non sa il bene che compie ma non per questo smette di farlo.
Ecco, in povere parole, uno dei molteplici sensi di questo titolo, io vorrei “gettare”, quando potrò e come potrò, chicchi di grano, in maniera sparsa, generosamente, a volte senza alcuna logica, nella speranza che essi siano – come direbbe Etty Hillesum – “balsamo per molte ferite“.
Paride
Ps. Se vi ho un minimo incuriosito, vi aspetto qui: https://www.legraindeble.it/