In ogni passaggio epocale, sembra proprio che il Signore abbia voluto dare ad alcuni la vocazione di vivere il suo vangelo a partire dal testo, facendo sì che la loro carne ed il loro sangue fossero come l’edizione provvidenzialmente destinata agli uomini del loro tempo“ (Madelaine Delbrel).
( https://le-citazioni.it/autori/madeleine-delbrel/).

Vorrei partire da questa frase di Madelaine Delbrêl che mi ha particolarmente colpita proprio in questi giorni in cui è avvenuta la beatificazione di Carlo Acutis ( per chi volesse approfondire: https://www.legraindeble.it/carlo-acutis-volto-del-padre-i-parte/). Penso che davvero il Signore, in base ai tempi storici, ci doni testimoni che con la loro vita ci mostrino come sia possibile vivere il Vangelo nel tempo in cui ci troviamo. Oggi proviamo ad accostarci alla vita di questa straordinaria donna, che ha saputo vivere il Vangelo proprio là dove Dio l’ha posta ad operare. Ricordiamo che Madlelaine Delbrêl è stata una mistica francese, un’assistente sociale e una poetessa vissuta nel Novecento.

Il cammino di Madelaine

Dio è morto

Madeleine nasce nel 1904 a Mussida, nella Francia sudoccidentale e si presenta presto come una ragazza con ottime doti intellettuali, riflessive e di scrittura. Molto giovane, esprime la sua ferma convinzione che Dio non esista. Lei stessa si dichiara atea, pessimista e di idee vicine al positivismo. A soli 17 anni, rifacendosi alla famosa espressione di Nietzche “Dio è morto”, afferma a sua volta: “Dio è morto. Ma, se ciò è vero, bisogna avere la lucidità di non vivere più come se Dio esistesse ancora”. E ancora continua: “Se Dio è morto, allora a dominare è la morte e bisogna prenderne atto coraggiosamente”. Esprime inoltre, in diverse sue riflessioni, la mancanza di senso che trova nel mondo e in molte categorie di persone.

Jean e gli amici cattolici

A diciotto anni si innamora, ricambiata, di Jean Maydieu. Vivono insieme un periodo felice e di profonda intesa, ma all’improvviso il ragazzo la lascia per entrare nel noviziato dei Domenicani.

Madelaine ovviamente rimane sconvolta e il suo anticlericalismo si esaspera, tanto più che anche a livello familiare vive il dramma di suo padre, ferroviere e poeta mancato che, divenuto cieco, grida per le strade il suo dolore girando come un barbone.

E’ una persona dotata di acuta intelligenza, ma non riesce proprio a trovare il senso di quello che le sta accadendo e scrive: “In quel momento avrei dato l’universo, pur di sapere cosa ci facevo dentro!” Ma lei non voleva alcuna consolazione dalla fede, tanto che afferma: “Cento mondi, ancora più disperati di quello in cui vivevo, non mi avrebbero fatto vacillare, se mi avessero proposto la fede come consolazione”.

Quello che però le resta sempre dentro, è il ricordo di Jean, ragazzo dal cuore d’oro che l’aveva lasciata per qualcosa di importante e di alcuni amici cattolici conosciuti in quel periodo felice. La ragazza considera che quegli amici che aveva conosciuto, intelligenti, pieni di vita, con una formazione scientifica e tecnica che lei non aveva e che lavoravano anche più di lei, che sapevano anche divertirsi “parlavano di tutto, ma anche di Dio che pareva essere a loro indispensabile come l’aria”. Essi mescolavano Gesù Cristo in ogni loro discorso e “Cristo avrebbero potuto invitarlo a sedersi, non sarebbe sembrato più vivo….”.

L’ “abbagliamento” di Madelaine

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Da questi incontri, si inizia ad aprire nella mente di Madelaine la possibilità dell’esistenza di Dio.

Si ricorda allora che Santa Teresa D’Avila, aveva consigliato di pensare a Dio in silenzio per cinque minuti al giorno. Madelaine, ragazza intelligente e aperta alla conoscenza, decide allora di fare una prova, decide di pregare! Madelaine va molto oltre i cinque minuti consigliati da Teresa D’Avila, si immerge proprio nella preghiera, prega anche inginocchiata perché vuole essere sicura di pregare davvero. Da questo, le deriverà nel marzo 1924 quello che lei stessa chiamerà “abbagliamento”, cioè un vero e proprio “incontro abbagliante” col Dio Vivente. Lei dirà: “leggendo e riflettendo, ho trovato Dio; ma pregando ho creduto che Dio mi trovasse”. Continua poi dicendo: “Egli è la verità vivente che si può amare come si ama una persona”.

Da qui in poi la sua vita cambierà….. Ma questo lo vedremo, per chi lo desidera, nel prossimo mese, dove continueremo a seguire il percorso di vita di questa grande donna.

Per riflettere…

Nel frattempo riflettiamo su come gli incontri della vita possono rivestire grande importanza per la vita di una persona. Chi abbiamo incontrato nella nostra vita che ci ha testimoniato Cristo? E noi… che testimonianza diamo?

Berenice

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