Introduzione al libro di Rut
Il libro di Rut, contenuto nell’Antico Testamento, è costituito da appena quattro capitoli, e porta il nome della protagonista (https://ora-et-labora.net/bibbia/rut.html). Il racconto comincia con una disgrazia assoluta. Noemi, Rut e Orpa, una suocera e due nuore, sono accomunate dalla condizione di vedovanza, aridità, povertà, mancanza di discendenza, di diritti, di protezione, dunque possibili vittime di violenza.
Dietro front
La soluzione più logica per Noemi, straniera a Moab, è quella di tornare da sola alla sua patria, Betlemme di Giuda, e rimandare le nuore moabite dalle loro famiglie di origine perché si rifacciano una vita. Orpa, accoglie la proposta e, in perfetto accordo con il significato del suo nome, “volta le spalle”. Deduciamo che non si è affezionata a Noemi né tanto meno alla cognata, almeno non al punto da continuare quel viaggio con loro: d’altra parte la strada vecchia, si sa, è sempre più sicura della nuova.
Il tutto di Rut per amore
Invece Rut, “l’amica”, decide con fermezza: Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio (Rt 1, 16). Lasciando tutto, la sua terra, il suo passato, le sue certezze, i suoi dèi, questa donna moabita ci insegna ad abitare le situazioni più indesiderate e spiacevoli della vita, a restare accanto a qualcuno, anche quando non conviene più. Rut ha scelto l’Amore forse ancor prima di scoprire che quell’Amore era Dio.
Per riflettere
Lasciamo per un po’ nuora e suocera in questo viaggio da Moab a Betlemme… e nel frattempo chiediamoci: davanti alle difficoltà siamo di quelli che scappano, tornano indietro come Orpa, oppure restiamo fedeli come Rut?