Il contesto in cui si iscrive il meraviglioso inno di Lode che Gesù fa a Dio, suo Padre, in aramaico “Abba”, contenuto nel Vangelo di questa domenica (Matteo 11, 25-30) non è di certo idilliaco. Come nel Getsemani, anche in questa situazione è possibile percepire tutta la sua umanità. Il Cristo uomo sta vivendo un momento di crisi. È sconfortato sia dall’arresto di Giovanni Battista che dall’affievolirsi della sua fiamma evangelizzatrice nelle città della Galilea. Gesù, che confidava negli scribi e nei farisei in realtà, da questi viene attaccato. Quelli che pensava potessero essere i suoi migliori alleati nell’annuncio della Parola, si rivelano i suoi peggior nemici, ritrovandosi così circondato da persone appartenenti ai margini della società.
Riflettiamo: cosa avremo fatto noi al posto di Gesù? Cosa facciamo noi quando ogni cosa nella vita sembra girare nel verso opposto da quello che potevamo aspettarci?
Ebbene, di fronte a questa situazione in cui Gesù si rende conto che tutto non sta andando come pensava, Egli si abbandona sorprendentemente a questo inno di Lode a Dio. Non può far altro che lodare “Abba”: <<Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli>>(Matteo 11, 25). Cristo, come farà anche più tardi, si rimette alla volontà del Padre suo: <<Si, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza>>(Matteo 11, 26).
Il Signore, di fronte alle difficoltà, ci invita a rimettere di nuovo al centro il nostro spirito, il nostro essere spirituale, che spesso soffochiamo perché troppo presi dai piaceri della carne: <<Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro>> (Matteo 11, 28). Cristo ci invita a tornare a Lui, decentrandoci e facendoLo centro della nostra vita. Perché solo nel Signore possiamo imparare ad amare, essendo Egli stesso l’Amore e sentirci amati, in quanto solo Lui ci ama in maniera unica, disinteressata, irripetibile. In Gesù il nostro spirito si risveglia e la nostra vita si infiamma. Solo così saremo capaci di trovare ristoro per la nostra vita.
Il cristianesimo non è categorizzabile come religione, perché non è riducibile ad una sterile sequenza di precetti da seguire. Il cristianesimo è la vita con l’Amore al centro. Per questo il giogo di cui parla Gesù non sarà pesante ma leggero. Amare e lasciarsi amare renderà la nostra vita leggera, in grado di strappare le catene di tutte le angosce e dolori che ci rendono schiavi. Seguire Cristo è lasciarsi infiammare la vita dalla sua misericordia e dal suo Amore per noi.
Agape (Maria Giulia)