Quante volte lo sguardo dell’uomo sperimenta un’incontenibile forza che lo spinge, quasi lo ‘risucchia’, verso la terra, come se essa fosse l’unico luogo da cui può provenire la forza di rialzare gli occhi verso il cielo? Proprio in quel momento, in cui ogni forza sembra perduta e la speranza non riesce a trovare la spinta propulsiva del conforto, in quel momento in cui ogni senso corporale sembra chiudersi nella disperazione, ecco che un piccolo frammento di luce, un dato sensoriale impercettibile ci rende capaci di cogliere il ‘profumo’ della Resurrezione.
Eppure, confusi e in subbuglio dagli echi di un mondo che ci sospinge lontano dalla meta del cielo, piangiamo un destino che non ci appartiene e non ci rende felici. E ancora, dolcemente prepotente, ritorna quel profumo di pace che ci prende per mano e nel silenzio dice: «Vi sto accanto».
Ma come si può riconoscere quel profumo? Come si può essere certi che la nostra speranza sia un inganno? Nell’ Antico e nel Nuovo Testamento numerosi sono i riferimenti agli oli essenziali: il popolo di Israele li utilizzava per due scopi peculiari, l’unzione del re e delle sue vesti, come segno particolare della benedizione che su di lui Dio faceva scendere, e l’imbalsamazione del corpo del defunto prima della sepoltura, per ungere, santificare, consacrare quel corpo alla vita eterna.
Il primo passo della Scrittura che si può prendere in considerazione, è costituito dai versi del salmo 44, tanto meraviglioso quanto enigmatico, pieno di riferimenti all ’avvento del Messia. L’incipit così dice: «Effonde il mio cuore liete parole, io canto al re il mio poema. La mia lingua è stilo di scriba veloce». Vi è dunque un ‘cantore’ e un re di cui il cantore vuole intessere le lodi. Il ‘suonatore di cetra’ prosegue affermando che il suo re è il più bello fra i figli dell’uomo, «avanza per la verità, la mitezza e la giustizia»: Dio lo ha consacrato a sé con «l’olio della letizia», le sue vesti profumano di «mirra, aloe e cassia». La precisazione degli unguenti di cui le vesti del re profumano, a seguito dell’unzione, sostanzia la natura fisica e materiale del ‘profumo spirituale’ della benedizione di Dio sull’ uomo. La benedizione diventa resurrezione del cuore alla nuova vita che non è più la semplice vita di un uomo comune, ma è la vita vera di chi si riconosce figlio di Dio. Se si legge attentamente fra le righe del salmo, nella figura del figlio dell’uomo, re consacrato da Dio, si riconosce il Figlio dell’uomo, il Figlio di Dio, Gesù il Cristo. Nella parola che più comunemente designa Gesù si nasconde il significato della Resurrezione e, con esso, tutto il suo profumo: “Cristo” vuol dire “unto”, consacrato, benedetto, scelto da Dio per il perfetto compimento della Sua Volontà.
Chi riconosce la vera essenza, la divina sostanza del Figlio che, obbediente fino alla morte, porta a compimento il volere del Padre, costui, nel riconoscere il Salvatore, lo ‘unge’ e consacra. In un passo del Vangelo di Luca (Lc. 7. 37-48) si trova descritta la scena del riconoscimento della verità di Gesù da parte di una donna, una peccatrice, Maria Maddalena.
In questo famosissimo passo, Gesù, invitato alla mensa del fariseo Simone, incontra «una donna, una peccatrice di quella città» che «venne con un vasetto di olio profumato e, stando dietro, presso i suoi piedi, piangendo cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato». Gesù spiega allo scandalizzato Simone di fronte a quella scena: «Vedi questa donna? […] Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi» E conclude: «Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato».
La Maddalena ha riconosciuto il vero volto di Gesù, ha riconosciuto il vero volto di Dio che consacra Suo Figlio con l’olio dell’amore, perché per amore fosse «obbediente fino alla morte, e ad una morte di croce», perché per amore l’Uomo senza peccato salvasse l’uomo dal peccato.
Soltanto per amore, ci si salva e solo Dio, che è Amore, salva. Quale profumo può avere quell’ olio cosparso sul capo e sul corpo di chi diede Tutto se stesso per la salvezza della nostra anima? Il profumo della Resurrezione è il dolce, fragrante profumo dell’amore.
Elisabetta