Maria sotto la Croce tra amore e dolore è una meditazione biblica a partire dal Vangelo della Passione secondo Matteo. Altre meditazioni sulla Parola di Dio le potete trovare nella nostra rubrica Lievito nella Pasta.
Un Venerdì Santo particolare quello vissuto ieri, perché lontani dai luoghi di culto e lontani dalle comunità di cui si è parte ma non per questo meno intenso, anzi. Probabilmente, non si è mai sentita la necessità di vivere con Lui la sua Passione come in questa Pasqua. L’abitudinarietà anche nel culto aveva fatto spegnere qualche Luce e così, il Signore, ha deciso di ricordarci tutto l’Amore che sgorga da quel sangue versato e di quanto nutrirci del suo corpo spezzato e bere di quel sangue ci renda liberi, come l’Amore di cui ci ha riversati andando incontro alla volontà del Padre.
Sofferenza fisica, dolore per quell’ umanità che lo derideva: “Ha salvato altri e non può salvare se stesso!” (Matteo 27,42-43). Le tentazioni diaboliche affinché non si fidasse più del Padre e il grido di Gesù: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matteo 27, 46-47). Egli si sente abbandonato ma non cede. Gesù è il Figlio di Dio, è Amore, Gesù perdona rimettendosi alla volontà del Padre: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Luca 34, 35-36).
Questo è quello che accadeva sopra la Croce, ma sotto? Chi c’era sotto la Croce a patire insieme a Lui a sentire sulla sua stessa carne il dolore fisico delle percosse e dei chiodi, e il dolore morale degli insulti e delle derisioni? Ai piedi della Croce c’era sua madre: Maria.
Una presenza silente e che con estrema dignità ha vissuto dal basso lo stesso dolore e la stessa sofferenza di Gesù. Quale madre reagirebbe come ha fatto lei alla morte di un figlio? Eppure, come Cristo anche Maria, con le sue lacrime silenziose, ha lavato le colpe di quanti stavano ingiustamente denudando delle stesse vesti che Lei aveva cucito, torturando e inchiodando ad una Croce, il frutto della sua stessa carne.
Anche lei ha bevuto da quel calice per ben due volte: sia sul Calvario, accettando la morte di suo Figlio, sia il giorno dell’Annunciazione. Con il suo ‘Si’ si è abbandonata alla volontà di Dio: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Luca 1, 38-39).
Maria, dal cuore immacolato, ha sempre custodito tutto nel suo cuore (Luca 2, 51-52). Il tutto, che lei ha sempre custodito, è la Parola di Dio. Questo ci riporta alla parabola del seminatore contenuta nel Vangelo di Luca (8, 15-16) quando Gesù dice: “Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza”. È solo custodendo quella Parola annunciata che Maria ha potuto portare frutto e dare carne al Verbo.
Ma il cuore di Maria è anche e soprattutto un cuore che ama, senza riserve. Proprio sotto la Croce lei risponde con l’Amore alle parole di Gesù: “Donna, ecco tuo figlio” (Giovanni 19, 27-28). Così, con tutto l’amore di una madre, accoglie il discepolo amato Giovanni che le sta accanto. È con queste parole che la Madonna diventa Madre di un’umanità intera. Ma ancora di più, a lei è stato chiesto di amare anche chi stava uccidendo suo figlio. Amarli avrebbe voluto dire perdonarli. Maria in questo Amore si unisce al Figlio patendo assieme a Lui tutto il dolore fisico e spirituale diventando così con Lui, “un cuore solo e un’anima sola” (At. 4, 32-35).
Se Gesù su quella croce ha sconfitto la morte facendosi carico dei peccati dell’umanità, Maria, diventata la Madonna, Onnipotenza supplice, ha raccolto e raccoglie le anime dei peccatori intercedendo presso Dio.
Agape