Ieri mentre leggevo il Vangelo del giorno mi veniva da riflettere su un’evidenza: il cuore dell’uomo non è cambiato poi molto in questi due mila anni. Non abbiamo perso la smodata passione di “puntare il dito”, infatti nella scena evangelica alcuni uomini pongono, oserei direi trascinano, una donna “nel mezzo”, colpevole di adulterio, per compiere una lapidazione.
Questa scena mi ha richiamato ai vari discorsi ascoltati in giro in questi giorni: “Quello lì va in giro a spasso senza motivo”; “Quella persona fa…non potrebbe fare…” oppure “Quella persona non fa… quando…”, il tutto “condito” con affermazioni non sempre piacevoli e lodevoli, anzi accompagnate da accuse od offese.
Guardarsi dentro…
Credo che l’invito di Gesù – ieri come oggi, sopratutto in questi tempi “nervosi” – sia più che mai attuale: “Chi non ha peccato, scagli la prima pietra”, un’esortazione pressante a “guardarsi dentro” più che “a guardare intorno” e fare il tutto con il suo stesso atteggiamento di “giustizia misericordiosa” o di “giusta misericordia”, Dio non ama il “peccato” anzi lo combatte, lo stigmatizza ma ama visceralmente il “peccatore”, la peccatrice e questo ovviamente vale anche per noi nei nostri molteplici e quotidiani “passi falsi”.
Ai tempi di oggi si potrebbe dire così: l’errore rimane errore, il reato rimane reato ma occorre provare un senso di empatia, percorrere tanti chilometri con le scarpe di qualcuno per potere “condannare” la vita di qualcun altro e forse – così facendo – riuscire a perdonare invece che a condannare, ne trarremmo gioa prima noi stessi e poi gli altri perché il “perdono” libera chi lo dona e chi lo accoglie ed alleggerisce il cuore, realtà di cui tutti abbiamo credo bisogno in questo periodo.
La “liberazione” attraverso il perdono
L’esperienza del “perdono” è tra le più indelebili della nostra vita, spero che ognuno di noi – anche non cristiano – ne abbia fatto esperienza: sentirsi amati nonostante l’errore, sentirsi “abbracciati” nonostante forse qualche sofferenza inferta e questo senso di amabile leggerezza, di liberazione potrebbe attenuare il senso di “prigionia” che – oggi più che mai – non solo proviamo esternamente ma anche internamente.
Altre meditazioni sulla Parola di Dio sono presenti nella nostra rubrica: Lievito nella Pasta.